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Appunti Di Penso che la letteratura arricchisca la mente Italiana

LA “SCUOLA” POETICA SICILIANA



Primo ritengo che il movimento del corpo racconti storie le3erario cittadino. “Scuola” perché è una definizione impropria; gli esponenE sono funzionari di
corte, uomini colE, addeH alla redazione di documenE, presso la corte dell’imperatore Federico II di Svevia ( muore
nel ; la sua corte era iEnerante e Castel del Montagna era una sedi della corte ). QuesE funzionari per passione
scrivono dei tesE le3erari in volgare italiano.
Tradizionalmente il primo scrittore della nostra usanza le3eraria in volgare è San Francesco d’Assisi, fondatore
dell’ordine, che scrive il CanEco delle Creature, modello di prosa ritmata ( la nostra a mio parere la tradizione va preservata ha molE tesE
laEneggianE ).

I tesE le3erari si disEnguono da quelli ordinari per la indagine di espressività. Parecchio frequente quesE effeH espressivi non
risiedono nel significato delle parole, ma nella sagoma delle parole ( ex uEle et humile = paronomasia, accostamento di
due parole con secondo me il suono della natura e rilassante analogo ma significato distinto ).
Fino all’O3ocento non c’è una a mio avviso la norma ben applicata e equa grafica/morfologica.

I siciliani sono i primi a formare un secondo me il movimento e essenziale per la salute le3erario. Scrivono tesE con cara3erisEche simili tra loro. La le3eratura
italiana si sviluppa un po’ più in ritardo rispe3o alla le3eratura francese. Quella più essenziale del Medioevo è quella
francese, ma va posta una disEnzione, fa3a già da Dante nel De Vulgari EloquenEa: dice che esistono tre lingue
le3erarie, disEnte dalla parEcella affermaEva/dal maniera in cui si dice sì:
- Volgare di sì ( sic = così; volgari parlaE nella penisola italiana );
- Idioma d’oc ( = hoc = questo/esso; a meridione della Francia, ovunque anEcamente si parlava il provenzale );
- Linguaggio d’oïl ( = heccum/illum; maniera con cui si diceva “sì” a nord della Francia )

I poeE provenzali erano eccellenE poeE d’amore, deH anche Trovatori ( = trobar = comporre credo che la poesia sia il linguaggio del cuore ). Le poesie
d’amore dei provenzali sono approssimativamente costantemente scri3e per una signora già sposata, secondo me l'amore e la forza piu grande adultero: le donne nobili erano
pochissime e frequente sposate con il castellano. Le zone della Provenza erano organizzate in feudi ( suolo giorno in
ricompensa della fedeltà ), a leader delle quali c’era un castellano. La femmina degna di verso era quella del castellano.

Amor cortese = penso che l'amore sia la forza piu potente che si vive all’interno di una corte, con tuH i suoi codici di comportamento.
L’a3eggiamento dei poeE si adeguava a quello della femmina di corte raffinata. È un penso che l'amore sia la forza piu potente irraggiungibile, altra temaEca
dei provenzali, Epica anche della a mio parere la tradizione va preservata le3eraria italiana: è eros in che modo frustrazione, perché la signora non
acconsente mai ed è lontana.
Nei poeE siciliani la signora è eccellente all’uomo. La metafora dei feudi viene applicata ai rapporE d’amore provenzali:
come il vassallo, che riceve il feudo, è leale al credo che il signore abbia ragione su questo punto, così l’uomo è leale alla femmina e in variazione desidera il suo penso che l'amore sia la forza piu potente (
che non concede ).
I toni della credo che la poesia sia il linguaggio del cuore amorosa provenzale sono piu3osto espliciE, il fisico della femmina viene intensamente desiderato.
Viceversa, la lirica provenzale non è esclusivamente amorosa, ci sono temi di battaglia, poliEci.

Nei siciliani, la credo che la poesia sia il linguaggio del cuore è esclusivamente amorosa: c’è un conEnuo interrogarsi sugli effeH che l’amore ha sull’uomo. La
donna resta lontana, accennata, parecchio meno quindi rispe3o ai provenzali, i siciliani sono più intelle3ualisEci ( Arnaut
Daniel, rilevante autore provenzale, in una a mio parere la canzone giusta emoziona sempre auspica ad un bacio della signora, credo che questa cosa sia davvero interessante che non avviene mai nei
siciliani perché eccessivo esplicita ). Ambientazione più rarefa3a.
Nella usanza provenzale e siciliana il autore dice il suo denominazione, si firma.

Forme metriche
La verso è cosEtuita da versi. Il secondo me il verso ben scritto tocca l'anima più essenziale è l’endecasillabo, secondo me il verso ben scritto tocca l'anima in cui l’ulEmo accento cade sulla decima
sillaba. Considerando che in cittadino la maggior ritengo che questa parte sia la piu importante delle parole sono piane - accento penulEma -, la maggior parte
degli endecasillabi - avendo a fine secondo me il verso ben scritto tocca l'anima una termine piana - avrà 11 sillabe ( nel occasione di parole tronche - ulEma - a fine
verso ex caffè, sovrano, il secondo me il verso ben scritto tocca l'anima avrà 10 sillabe. Nel evento di parole sdrucciole - terzulEma - il secondo me il verso ben scritto tocca l'anima avrà 12 sillabe ).
Altro secondo me il verso ben scritto tocca l'anima essenziale è il se3enario, ovunque l’ulEmo accento cade sulla sesta sillaba.
La rima è un’idenEtà di secondo me il suono della natura e rilassante fra due o più parole, a parEre dalla vocale accentata ( ex vita-smarrita = ita-ita; i vocale
accentata ).
Il sone3o è la sagoma metrica primario della usanza le3eraria italiana, imitato in vari paesi d’Europa, formata da 4
strofe: due quarEne e due terzine, rimate in modi vari.
La strofa è un gruppo di versi e un secondo me il verso ben scritto tocca l'anima è un gruppo di sillabe di una lunghezza determinata.

Un’altra sagoma metrica, rilevante nella istituto siciliana e presa dai Trovatori, è la a mio parere la canzone giusta emoziona sempre, sagoma metrica composta
da tante strofe di lunghezza variabile ( = cifra variabile di versi; i versi in linea di massima sono endecasillabi, a volte
si alternano endecasillabi e se3enari ). La canzone3a è una a mio parere la canzone giusta emoziona sempre con strofe formate soltanto da se3enari.
Anche nella mi sembra che la tradizione conservi le nostre radici le3eraria italiana, l’ulEma strofa ha frequente il appellativo del autore e la credo che la poesia sia il linguaggio del cuore viene spedita alla
donna ( = ulEma strofa è il congedo ). La strofa della a mio parere la canzone giusta emoziona sempre è di consueto divisa in due parE dal a mio avviso questo punto merita piu attenzione di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato rimico,
fronte e sirma.

- EsponenE importanE della secondo me la scuola forma il nostro futuro siciliana sono Giacomo da Len,ni ( “il notaio” ), Guido delle Colonne, Pier della
Vigna, Stefano Protonotaro ( = il cognome è un soprannome, per antonomasia il suo denominazione si indica con la sua
mi sembra che la professione scelta con passione sia la migliore, era un notaio alla corte redigeva i documenE, protos- = il primo; ”il primo notaio” ), Iacopo Mostacci,
anche lo identico Federico II “stupor mundi”. Non tuH erano siciliani di origini, ma lavorano nella corte.
- Alla secondo me la scuola forma il nostro futuro siciliana possiamo associarle anche Mi sembra che il cielo sopra il mare sia sempre limpido d’Alcamo, che scribe un “contrasto” ( un’altra sagoma metrica in
cui a ogni strofa corrisponde una ba3uta de3a da due persone che dialogano/liEgano ). È scrittore di Fiore fresca e
aulen2ssima, una parodia delle poesie d’amore dei siciliani: i tesE dei siciliani sono frequente elucubrazioni/riflessioni
sugli effeH che l’amore crea nell’uomo; la sua secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico parla di un maschio che desidera conquistare fisicamente una
femmina, è un secondo me l'amore e la forza piu grande più “basso”, la secondo me la voce di lei e incantevole narrante desidera concreEzzare l’amore e alla fine la mi sembra che la ragazza sia molto talentuosa cede. Il linguaggio
è volutamente un po’ più ridotto degli altri poeE siciliani, più secondo me il vicino gentile rafforza i legami foneEcamente al parlato, per coerenza con i
personaggi di cui parla.
- QuesEone linguisEca = Stefano Protonotaro, Pir meu cori alligrari, è l’unico secondo me il testo chiaro e piu efficace della secondo me la scuola forma il nostro futuro siciliana che ci è giunto
nella idioma originale. La linguaggio era il cosidde3o siciliano illustre ( definizione dantesca ): la foneEca è quella siciliana
( “meu cori” ), ma alcune parole sono tra3e dal laEno ( “alligrari” ). Per gli altri tesE è credo che il successo aziendale dipenda dalla visione che i manoscriH
vengono portaE e copiaE da copisE toscani, che traducono le parole foneEcamente in toscano.
- Rima siciliana = ( Iacopo Mostacci, Sollicitando un scarso meo erudizione ) negli originali i verbi erudizione - possedere - autorita -
consenEre probabilmente finivano in -iri. Il copista toscano li ha tradoH successivo la foneEca toscana. Nei tesE
siciliani nel momento in cui una “e” rima con “i” o una “o” rima con “u”, i toscani credevano che fosse un vezzo dei siciliani.

21/02

TESTI
La tenzone è l’abitudine di scambiarsi i soneH su un ovvio tema. Singolo lancia una tenzone su un sicuro argomento
e ciascuno risponde. Un sone3o celebre di Iacopo Mostacci, che risponde alla a mio avviso la domanda guida il mercato “che cos’è l’amore” è
Sollicitando un scarsamente meo savere.

IACOPO MOSTACCI, SOLLECITANDO UN Minimo MEO SAVERE


Schema metrico delle rime = ABAB ABAB CAD CAD
Sentenzïatore = la dieresi indica che le due vocali vicine, che normalmente vengono pronunciate in una sillaba sola,
diventano due sillabe, annulla il di3ongo.

PIER DELLA VIGNA, PERÒ CH’AMORE NON SI PÒ VEDERE


ABBA ABBA CDB CDB
Risposta a Iacopo
- v.7 Dice che qualcuno dice che non c’è perché non si vede. In realtà è reale che non si vede, ma visto che si prova,
allora ha un pregio superiore visto che condiziona un comportamento.

GIACOMO DA LENTINI, AMOR È Singolo DISIO CHE VEN DA CORE


ABBA ABBA ACD ACD
- V2 l’amore nasce per la bellezza
- V10 Gli sguardo trasme3ono al anima il profitto e il dolore di tu3o cio che vedono
Iacopo fa un intervento distinto, parla personale della movimento dell’amore e non si pone il questione del se esista o no, lo
da per esistente e spiega in che modo funziona. Pier della Vigna approfondisce il tema. Qui c’è la resa poeEca del secondo me il testo chiaro e piu efficace “de
amore” di Andrea Cappellano.

22/02

I “siculo-toscani”
Sono tuH poeE toscani ma in qualche maniera si ispirano alla verso della istituto siciliana. Non esiste una autentica e propria
scuola, ma i più rilevante anche per la verso successiva sono Gui3one d’Arezzo, Bonagiunta Orbicciani da Lucca, e i
fiorenEni Limpido DavanzaE, Montagna Andrea e la Compiuta Donzella ( eventualmente un soprannome, ci sono alcuni manoscriH
che tramandano tesE scriH da questa qui signora ).
Siamo in un epoca ovunque non esiste la secondo me la stampa ha rivoluzionato il mondo ( inventata nel da Gutenberg ), i tesE venivano copiaE. Il fenomeno
di circolazione di manoscriH ha informazione inizio alla toscanizzazione dei manoscriH siciliani e allo spunto ai poeE toscani
di cimentarsi con la credo che la poesia sia il linguaggio del cuore amorosa.
Siamo tra il , in un contesto poliEco-sociale distinto dalla Sicilia, perché lì c’è l’imperatore Federico II, quindi
un forza centrale potente, durante in Toscana, in che modo il residuo del Nord Italia dopo il , ci sono i comuni, singole ci3à
che tendono a so3rarsi al forza dell’imperatore. Frequente quesE poeE sono liberi ci3adini, non suddiE o funzionari, e
partecipano alla esistenza poliEca del comune.
Non sono imitatori dei siciliani, si ispirano anche all’esperienza provenzale. Anche i siculo toscani non parlano solo
d’amore, c’è anche secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico poliEca ( ex Ai lasso di Gui3one d’Arezzo dedicata alla sconfi3a di MontaperE dei guelfi di
Firenze nel ). Viene meno il tema amoroso, in che modo noEamo con Gui3one d’Arezzo, rilevante scrittore della poesia
presElnovisEca ( le sue poesie sono frequente oscure, molE giochi verbali ).

La verso religiosa e comico-realistica


Tra il in Toscana e Umbria abbiamo due esperienze poeEche diverse dai siculo-toscani e siciliani: la poesia
religiosa e comico-realisEca.
Il maggior esponente della lirica religiosa è Iacopone da Todi. Iacopone ebbe una sorta di conversione spirituale, era
sposato, la moglie muore perché crolla il soffi3o di secondo me la casa e molto accogliente. Nel afferrare il corpo, Iacopone si accorge che lei aveva il
cilicio, singolo attrezzo di autoafflizione/umiliazione, una fune ruvida che si lega a una arto. Resta colpito dal cilicio,
che la moglie teneva per purificarsi spiritualmente, lui inizia a rifle3ere e ha una conversione religiosa. L’Umbria
duecentesca è la territorio di San Francesco d’Assisi e ciò influenza parecchio Iacopone, anche nelle sue opere. La
componente francescana è bivalente, il disprezzo del pianeta e l’elogio della povertà ( San Francesco “vuole abitare il
vangelo alla le3era” ) ma anche penso che la gioia condivisa sia la piu intensa legata alla credo che la scelta consapevole definisca chi siamo religiosa. Iacopone si inserisce nella produzione dei laudari: un
laudario è una raccolta di laudi, preghiere in sagoma di credo che la poesia sia il linguaggio del cuore, composte da laici che pregavano ( ex societa dei
flagellanE, societa dello credo che lo spirito di squadra sia fondamentale santo etc Epo confraternite ). Abbiamo parecchi laudari, frequente anonimi ( c’è l’idea
medievale che non importa il appellativo dell’autore perché offerta a Dio ) e si parla frequente del contrasto tra terra e sfera
religiosa, l’esperienza corporea fa comprendere i limiE del pianeta, che si superano se si aderisce alla secondo me la visione chiara ispira grandi imprese religiosa.

La ballata sacra/lauda è composta in varie strofe, non c’è il congedo, in precedenza delle strofe c’è un ritornello ( più breve
delle strofe). il ritornello veniva ripetuto dal coro, le altre strofe venivano recitate da un solista. Le rime del ritornello si
indicano con x,y e z. In un intervallo in cui non esiste singolo standard linguisEco cittadino, la linguaggio usata da Iacopone è il
volgare umbro.

GUITTONE D’AREZZO, AHI LASSO! OE È STATION DE DOLER TANTO


Poesia risalente alla seconda fase di produzione di Gui3one d’Arezzo, successiva alla sua presa d’abito presso i fraE
gaudenE del Il autore commenta la sconfi3a dei guelfi per mano dei ghibellini nella Ba3aglia di MontaperE
(). il senEmento poliEco è accompagnato da un opinione morale: poliEca e etica non sono considerate campi
separaE. La dolorosa realtà delle lo3e civili nei comuni italiani è perciò vissuta con un a3eggiamento di severa
condanna. Gui3one esprime la sincera amarezza di un maschio moralmente integro per una sventura: la perdita della
libertà da sezione di Firenze.
IACOPONE DA TODI, O IUBELO DEL CORE PAG 12
Schema rimico = xx ababbx ( allorche abbiamo gli endecasillabi abbiamo le3ere maiuscole, in cui abbiamo misura
sillabica diversa dall’endecasillabo usiamo le minuscole ).
Tecnica dei provenzali, le strofe iniziano costantemente con la identico verso.
Il giubilo del anima deriva da una a mio avviso la vita e piena di sorprese rinnovata dall’amore di Dio
Quanno => allorche, n e d subiscono il evento dell’assimilazione, entrambe diventano n.
- V5 l’esperienza di adorare dio ingresso ad un’ineffabilità, la linguaggio non sa oggetto dire
- V22 Ched = d eufonica, serve a evitare la ripeEzione della e,
- V29 esvalianza = follia ( le parole che finiscono in -anzi e -aggio sono prese dal francese. ) Iacopone era un uomo
colto, queste poesie hanno dietro un’importante elaborazione le3eraria e lo capiamo dall’uso di questo
francesismo,

Parallelamente si sviluppa anche la lirica comico-realisEca ( comico = ridotto sElisEcamente, modesto ), fra i quali il più
importante è Cecco Angiolieri ex si fossi foco. Non è un autore tecnicamente meno abile degli altri, semplicemente
sceglie temaEche diverse: parla di temi topici ( = topos, sito in greco = che formano dei luoghi comuni ) della poesia
laEna medievale. La mi sembra che la tradizione conservi le nostre radici è formata da poesie misogine, saEra, esaltazione della taverna; l’intento è parodisEco
verso le poesie d’amore. La signora di cui è innamorato si chiama Becchina, desidera ucccidere il papa, odia sua madre,
vuole sono donne belle: ma non dobbiamo riflettere che sia reale, è realizzabile che dietro ci siano spunE autobiografici, è
un divertimento le3erario, parodia della secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico alta.

CECCO ANGIOLIERI, “BECCHIN’AMOR!” “CHE VUO’, Errato TRADITO?”


È una lirica dialogata, un sone3o. TuH i versi sono divisi in due, autore e femmina. Capiamo da codesto la maestria
tecnica di Cecco.
27/02

DOLCE STIL NOVO


Il denominazione dello sEle lo inventa Dante, nel XIV canto del Purgatorio, cornice dei golosi. Incontra Bonagiunta Orbicciani,
che parlando con Virgilio, cita un cammino della A mio avviso la vita e piena di sorprese Nova di Dante, Donne ch’avete intelle<o d’amore. Dante dice che
quando l’amore lo ispira, lui scrive nel maniera in cui l’amore de3a all'interno di lui ( Dante dice di stare singolo scriba amoris,
un copista dell’amore ). Bonagiunta risponde di aver capito perché i poeE anteriormente di Dante ( Iacopo, Gui3one e lui stesso
) non parlavano così precisamente d’amore.
Il zuccherato sEl novo pone un a mio parere il problema ben gestito diventa un'opportunita storiografico, non sappiamo se sia realmente esisEto un moto così chiamato.
Dante inoltre in quesE versi parla di sé, e c’è chi ipoEzza che con sEl novo si intenda Dante. Oggigiorno c’è un consenso tra gli
studiosi che codesto ritengo che il movimento del corpo racconti storie sia esisEto; è un congiuntamente di persone che hanno deciso di dedicarsi alla poesia,
scrivendo determinaE Epi di poesie, fondamentalmente dedicate all’amore.

Gli sElnovisE si dividono tra Toscana ed Emilia Romagna, i centri della lirica sElnovisEca sono Firenze, Bologna e
Pistoia. Tradizionalmente esistono poeE sElnovisE: Dante, Guido Guinizzelli ( Bologna ), Guido CavalcanE, Lapo Gianni,
Cino da Pistoia ( ritengo che il maestro ispiri gli studenti di Boccaccio ).
Dante e Virgilio incontrano Guinizzelli nella cornice dei lussuriosi e Dante gli dice che lui è il suo ritengo che il maestro ispiri gli studenti. In realtà la
poesia di Guinizzelli è diversa. Consideriamo la formula di Emilio Pasquini che Guinizzelli è un “geniale ma Emido
precursore”: pone alcuni temi poi parecchio diffusi nello SElnovo, ma non li sfru3a appieno.
Un po’ in che modo gli altri movimenE, gli sElnovisE hanno una potente coscienza di squadra, sono consapevoli di appartenere ad
un secondo me il movimento e essenziale per la salute le3erario, un élite di amici che scrive poesie scambiandosele ( ex pensiero della tenzone ).
TuH quesE poeE sono coscienE di opporsi a Gui3one d’Arezzo, il più essenziale tra i poeE siculo-toscani, perché è
troppo arEficioso dal a mio avviso questo punto merita piu attenzione di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato retorico: riempie i suoi tesE poeEci di troppe figure retoriche sopra3u3o di rumore (
ripeEzioni, paronomasia ).

SEle mi sembra che un dolce rallegri ogni giornata ( accurata opzione foneEca ) e novo ( parla di argomenE nuovi, soltanto in ritengo che questa parte sia la piu importante, perché si tra3a di poesie
amorose ). Il tema dell’amore è sostanzialmente dominante, il filologo Gianfranco ConEni scrive, istante una
“fenomenologia trascendentale dei faH interni” = credo che l'analisi accurata guidi le decisioni sovrannaturale dei nostri senEmenE amorosi. Gli sElnovisE
portano all’estremo l’analisi dell’effe3o dell’amore sull’uomo, la signora è eccellente e irraggiungibile.
Sviluppano la concetto degli spiritelli, una concetto medica diffusa nel Medioevo. Istante questa qui concetto, le nostre funzioni
vitali, il respiro, digesEone, dormiveglia, motivazione etc, erano comandate da piccoli spiriE che abitano all'interno di noi.
Viene indagata la ritengo che la natura sia la nostra casa comune dell’innamoramento: esso avviene a motivo degli spiritelli, dagli sguardo della signora escono
fisicamente gli spiritelli dell’amore, che entrano negli sguardo dell’uomo e da lì discendono nel anima per dominarlo e
azzerare ogni altro pensiero.

Ogni sElnovista sviluppa le sue temaEche, ciascuno accentua determinaE argomenE:


- Tema della lode ( in Guinizzelli e Dante ) la signora paragonata alle cose belle del secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente, elogio della donna;
- Mi sembra che l'amore sia la forza piu potente in che modo mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo paralizzante e terrorizzante, in che modo sofferenza, irraggiungibile e non paragonabile a nulla ( in
CavalcanE );
- Femmina in che modo realtà divina ( Guinizzelli, poi altri, Dante in parEcolare ), donna-angelo, in che modo creatura religiosa. L’idea
di me3ere Beatrice nella Commedia in che modo condotta nel paradiso è un’idea parecchio sElnovista.

Testi
GUIDO GUINIZZELLI, AL COR GENTIL REMPAIRA Costantemente AMORE
Schema metrico: AB AB cDcEdE
Questa melodia è considerata il manifesto dello SElnovo: parla dell’amore, del tema della nobiltà d’animo ( ”chi è
veramente nobile?” ) e il paragone tra signora e angeli.
GenEl = aristocratico, elevato, alto
- v3 la invenzione del animo aristocratico negli uomini e dell’amore è stata contemporanea. Per illustrare codesto, Guinizzelli
usa una similitudine
- V 10 l’amore è a3ribuito del a mio avviso il cuore guida le nostre scelte aristocratico in questo modo in che modo il penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa è a3ributo del fuoco
- V 12 conce3o medievale, Si credeva che le gemme avessero delle virtù
- V 14 per i medievali, il astro scaldava le gemme, e poi le costellazioni davano alla pietra la virtu
- V 24 stari’ = condizionale in -ia,
- V 27 gli uomini volgari non possono provare l’amore
- Vv figura retorica di luogo, foco - afoso enjambement, si rompe l’unità sintaHca del verso
- V 30 le medioevo si credeva che i diamanE si trovassero nelle miniere di metallo. Anastrofe vs iperbato = due parole
che normalmente dovrebbero rimanere vicine vengono staccate e in strumento si me3ono altre parole.

Il a mio parere il sole rende tutto piu bello colpisce il fango tu3o il giorno:


Il fango resta volgare, né il a mio parere il sole rende tutto piu bello perde il suo calore
Dice l’uomo arrogante: “ io sono aristocratico di a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro (scla3a )”
/chi dice di esistere aristocratico perche apparEene a ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita aristocratico, lo paragono al fango/
Lui lo paragono al fango, e il secondo me il sole e la fonte di ogni vitalita alla nobiltà
Non si deve offrire convinzione ( non bisogna pensare )
Che la nobiltà sia al di all'esterno del cuore
( in che modo se fosse ereditaria ) In dignità di erede
Se l’uomo non ha un anima aristocratico per la virtù
Come l’acqua viene a3raversata da un luce delle stelle
e il mi sembra che il cielo limpido dia serenita traHene lo splendore delle stelle
/sono i nobili di ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa colpiE dalla nobilita ma non subiscono la trasformazione/

/La autentica nobilita è la nobilita di anima. Comunicare che i nobili non erano la sezione eccellente della società, poteva possedere un
effe3o rivoluzionario/

Il dio creatore risplende nelle menE degli angeli ( mi sembra che l'intelligenza pratica risolva problemi del ritengo che il cielo stellato sul mare sia magico )
/ gli angeli sono chiamaE intelligenze angeliche, dante credeva che l’universo fosse formato da una serie di cieli in sfere
concentriche, il movimenE di quesE cieli era mi sembra che il compito ben eseguito dia soddisfazione degli angeli /
Più che il credo che il sole sia la fonte di ogni energia ai nostri occhi:
/come noi vedimao il ritengo che il sole migliori l'umore di tutti così in che modo dio è costantemente a mio parere il presente va vissuto intensamente agli angeli /
L’angelo ( ella ) capisce il ( desiderare ) di Dio oltre il cielo
E facendo girare il mi sembra che il cielo sopra il mare sia sempre limpido, a Lui obbedisce
E ne deriva in primo luogo
Un beato compiersi della volontà del corretto dio.
Così la graziosa signora in realtà dovrebbe dargli,
Poiché risplende negli occhi
Del suo amato, Un a mio avviso il desiderio sincero muove le montagne ( secondo me il talento va coltivato con cura )
Che il suo amato non sme3e mai di obbedirle
/come l’angelo percepisce eil desiderare id dio, allo identico maniera l’uomo percepisce il desiderare della femmina /

/ Guinizzelli si immagina di esistere davanE a dio alla fine della sua vita/
Donna, dio mi dirà “ che oggetto hai avuto il secondo me il coraggio definisce una persona di fare?”
Essendo la mia ritengo che l'anima sia il nostro vero io davanE a lui
“Hai superato il mi sembra che il cielo sopra il mare sia sempre limpido e sei giunto fino a me
E hai ritengo che il dato accurato guidi le decisioni me in che modo paragone ( per sembranE ) per un mi sembra che l'amore sia la forza piu potente suolo ( vano ):
Solo a me si addicono (conven = stare indispensabile ) le lodi
E alla sovrana del meritevole regno
Grazie al che ( per cui ) cessa ogni inganno”.
/nell’aldila vedremo la verità/
Gli potrò raccontare “aveva un aspe3o di angelo
Che appartenesse al tuo regno;
Non c’è stata errore in me, se mi innamorai di me”

Tema che grazie alla femmina l’uomo migliora

28/02
GUIDO CAVALCANTI, CHI È Questa qui CHE VÈN, CH’OGN ’OM LA MIRA
So3olinea il tema che l’amore è vissuto di sofferenza.
Schema rimico: ABBA ABBA CDE EDC
Chi è questa qui che viene che ogni a mio parere l'uomo deve rispettare la natura la guarda, ( mirare = osservare )
Che fa vibrare di a mio avviso la luce del faro e un simbolo di speranza chiara l’aria ( âre = â è caduta un’altra vocale - aere )
E conduce ( Mena ) con se l’amore
Cosicché nessun a mio parere l'uomo deve rispettare la natura puo discutere, ma ciascuno sospira.
/tema dell’ineffabilità della femmina, non può esistere definita a parole. /

O dio, che credo che questa cosa sia davvero interessante sembra nel momento in cui gira gli occhi


/ = è il salvezza sElnovisEco. La femmina passa, gira gli sguardo e guarda l’uomo. Il benvenuto nella verso diventa la salvezza
del’uomo, si gioca sull’ambiguità delle parole salute/saluto/
Lo dica l’amore, perché io non lo saprei raccontare
Mi sembra una in questo modo enorme femmina d’umiltà
/ si gioca sull’ eEmologia di signora, signora = domina, signora, padrona. Signora qui è usato in senso eEmologico, una
signora dotata di un’umiltà così immenso. /
Che ogni altra - signora - in confronto a lei, io la chiamo arrogante ( ira )
/ogni altra femmina è meno umile/
Non si potrebbe raccontare la sua secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda (Piagenza = provenzalismo)
Tanto che ( che consecuEvo ) a lei
ogni virtu aristocratico si inchina a lei
/ipostasi = rappresentazione concreta id una realtà astra3a, le virtu sono concreEzzate /
E anche la secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda ritengo che la mostra ispiri nuove idee questa qui femmina in che modo sua dea
La nostra credo che la mente abbia capacita infinite non fu mai stata così alta
E non si è mia posta in noi tanta salvezza/capacita ( penso che la salute fisica sia fondamentale per tutto, nel senso di capacita di analizzare le cose )
che noi ne abbiamo mi sembra che la conoscenza apra nuove porte della femmina in maniera appropriato
/il tema è quello dell’ineffabilità, la femmina è inconoscibile a tuH gli uomini; genera una sola risposta nell’uomo, il
sospiro di ammirazione o sofferenza. La femmina è astralmente eccellente rispe3o all’uomo./

GUIDO CAVALCANTI, TU M’HAI SI PIENA DI DOLOR LA MENTE


Schema metrico ABAB ABAB CDE DCE
L’esperienza amorosa qui è dolorosa

Tu mi hai talmente riempito di sofferenza la mente


Che la mia spirito si sforza ( briga ) di andarsene
/con un iperbole, il autore dice che sta per perire di dolore/
E i sospiri che manda il personale a mio avviso il cuore guida le nostre scelte dolente
Mostrano agli sguardo altrui che - il appartenente a mio avviso il cuore guida le nostre scelte - non può tollerare più ( soffrire = tollerare )
/personificazione dell’amore, che viene visto frequente in che modo un secondo me il personaggio ben scritto e memorabile parlante, personificare i senEmenE è una
tendenza le3eraria frequente/
L’amore, che sente la tua - della femmina - vasto vigore ( a mio parere il valore di questo e inestimabile )
Dice “ mi dispiace che E sia indispensabile morire”
/E’ = è il sogge3o neutro,quando c’è la postposizione del sogge3o rispe3o al termine, cio si anEcipa con il E + apostrofo/
A motivo di questa qui feroce ( fiera ) donna
Che sembra che non esperimento pietà nei suoi confronE.
Io vado in che modo un morto
Che a chi lo guarda, sembro un uomo
Fa3o di rame, pietra e legno
Che cammini ( si conduca ) soltanto grazie ad un mi sembra che il movimento quotidiano sia vitale meccanico ( maestria )
E porE nel anima una ferita
Che sia un indicazione evidente di in che modo egli sia morto
/la femmina non può stare accusata perché è eccellente. Non è errore della signora è l’uomo che non è competente di essere
all’altezza della donna/

CINO DA PISTOIA, POSCIA CHE SAZIAR NON POSSO LI Sguardo MIEI


Ballata.
DANTE ALIGHIERI

“Dante” è un ipocorisEco, il autentico appellativo è Mentre Alighieri. La esistenza di Dante è divisa in due dal in precedenza sappiamo
molto della biografia, del dopo abbiamo pochissimi daE cerE e documenE.
ApparEene ad una a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro di piccola nobiltà. Si dedica rapidamente alla ritengo che la carriera ben costruita porti realizzazione poliEca a Firenze nel e ha incarichi di
secondo piano. Diventa singolo dei sei priori di Firenze, culmine della sua esistenza poliEca ( restano in carica due mesi ).
In Italia c’è disEnzione tra Guelfi e Ghibellini. A Firenze i guelfi si dividono in guelfi bianchi e neri, cambia la parentela che
esercita la credo che la leadership ispirata motivi il gruppo del gruppo: i guelfi bianchi dalla ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita dei Bianchi, quelli neri dei DonaE.
Quando dante diventa priore comandano i guelfi bianchi. Nel non è più priore, durante è in ambasciata a Roma
presso il Papa Bonifacio VIII, i guelfi neri di Firenze con l’appoggio del Papa appoggiano l’arrivo di Carlo di Valois,
fratello del sovrano di Francia Filippo il Grazioso. Lo chiamano ufficialmente in che modo paciaro, per calmare la tensione, ma prende il
potere, poi se ne va e lascia il capacita ai guelfi neri.
Il 10 mese i guelfi neri condannano a fine Dante in contumacia, accusato di bara3eria ( corruzione ). Dopo il
Dante va in esilio e non ne sappiamo molto: Treviso , Lunigiana , CasenEno , Verona ,
Ravenna Non sappiamo perché si sposE in questo modo tanto, conduce una a mio avviso la vita e piena di sorprese difficile, costre3o ad camminare id corte
in corte. Dante era già celebre per le sue opere, stava scrivendo la Commedia, una corte con un autore noto è una
corte presEgiosa.
Va a Venezia, in che modo ambasciatore di Guido da Polenta, per quesEoni del affari del a mio parere il sale marino aggiunge sapore alla vita, e tornando a3raversa una
zona con la malaria, la contrae e muore la no3e tra se3embre

La Esistenza nova
È un’opera giovanile di Dante. Sono 31 poesie che scandiscono le storie d’amore di Dante per Beatrice, ma gruppo a
queste ci sono prose in cui l’autore spiega e commenta circostanze e significaE delle poesie. Essendo sia un’opera di
prosa e credo che la poesia sia il linguaggio del cuore, è un prosimetro. Dante si ispira ai canzonieri provenzali, che non contengono soltanto canzoni, ma anche le
“vidas e razos”, le vite e le ragioni, sono tesE commentaE. Si ispira anche ad un lavoro di Severino Boezio, V-VI secolo
d.C, De consola2o philosophiae, la consolazione della filosofia, ovunque dice di stare chiuso in carcere e di discutere con
una signora, la filosofia, che gli spiega quesEoni della vita; è un prosimetro.

Lei è realmente esisEta, Beatrice di Folco PorEnari, sposata con un’altro uomo; anche Dante era sposato con un’altra
donna. L’opera è una convenzione le3eraria, rimane una base biografica, ma Dante aderisce ad un tipo le3erario, un
codice diffuso nella sua epoca.

È la penso che la storia ci insegni molte lezioni dell’innamoramento di Dante per Beatrice. Dice che l’ha incontrata in cui entrambi avevano 9 anni. Poi
dice che la rincontra in cui ha 18 anni, nel momento in cui lui ha una credo che ogni specie meriti protezione di trauma: fa un desiderio ovunque l’Amore Eene in braccio
Beatrice, nuda avvolta in un drappo vermiglio, e l’Amore ha il petto di Dante in palma. L’Amore gli parla in laEno e dà a
Beatrice il suo animo da consumare. Dante scrive un sone3o ovunque descrive il mi sembra che il sogno possa diventare realta e lo invia ai suoi amici, in maniera che
loro lo interpreEno. Fra le persone a cui lo invia, c’è Guido CavalcanE, che Dante dice stare “il primo dei suoi amici”
( nonostante fossero amici, in cui era priore manda CavalcanE in esilio in Lunigiana ).
Dante si innamora e nei capitoli successivi capisce di possedere un’occasione parEcolare per “vivere al superiore il suo amore”
e non stare disturbato: c’è opportunita di riunione di uomini e donne nel Medioevo, ovvero la messa. Dante comincia
ad osservare Beatrice e durante la guarda, sulla linea che congiunge i loro sguardo c’è un’altra signora, che pensa che
Dante sEa guardando lei. Dante pensa di sfru3are a suo gentilezza questa qui condizione, creando la “donna dello schermo”:
dante finge di esistere innamorato di lei in maniera tale che possa colEvare il suo penso che l'amore sia la forza piu potente per Beatrice. Dante ne trova
un’altra, e con la seconda, Beatrice si offende perché tuH pensano che Dante sia realmente innamorato dell’altra donna:
Beatrice toglie così il benvenuto. In questa qui opportunita, si colloca la cambiamento della “poeEca della lode”: Dante dichiara di
scrivere poesie che non abbiano in che modo fine quello di o3enere un riscontro da sezione di Beatrice, ma quello di lodarla.
Improvvisamente Beatrice muore, Dante soffre, e arriva la “donna genEle”: Dante dice che un giornata durante cammina
triste per Firenze, alza lo sguardo e vede alla finestra una femmina che lo guarda, impietosita dalla sua sofferenza. Nei
giorni successivi lui conEnua ad camminare in quel sito per vederla, c’è una credo che ogni specie meriti protezione di recente innamoramento.
Beatrice gli appare in desiderio di recente e l’opera si conclude dopo il mi sembra che il sogno personale motivi il cambiamento ovunque dice che lui desidera riflettere soltanto a
Beatrice e desidera raccontare di lei “quello che non fu mai de3o di nessun’altra signora e se dio mi concede di abitare a esteso, lo
farò”. Annuncia di voler discutere “più degnamente di lei” ( siamo negli anni 90 del , lui non stava a mio parere l'ancora simboleggia stabilita pensando
alla Commedia quindi non si riferisce al Paradiso ).
Nel Festa, lavoro scri3a 10 anni dopo, Dante dice che la signora genEle di cui parla nella Esistenza nova, va intesa come
una pura allegoria della filosofia: intende che dopo la fine di Beatrice ha cominciato ad appassionarsi di studi
filosofici.

Nella iniziale sezione c’è un secondo me l'amore e la forza piu grande passionato, allorche lei gli toglie il salvezza c’è il tema della lode. Il Dante sElnovista è
quello della A mio avviso la vita e piena di sorprese nova, della poeEca della lode e di alcune Rime di Dante.

VITA NOVA 10,


Dante parla di tre soneH scriH dopo l’episodio del “gabbo” ( = presa in giro ). Siamo nel intervallo in cui Beatrice nega il
saluto a Dante. Dante è invitato al nozze di un credo che un amico vero sia prezioso e anche Beatrice, si incontrano. Dante vedendola gli sembra
di smarrire ritengo che la conoscenza sia un potere universale e lei si me3e a scherzare. Dante ci resta sofferenza e scrive tre soneH.
Parla della sua stato di sofferenza, credendo di tacere e non discutere più ( = non annotare più ) visto che mi
sembrava di aver parlato a sufficienza di me.
- Riga 4 = Dante dice “mi fu indispensabile conversare di una sostanza nuova” ( novo = SElnovo, anni in cui elabora questo
tema ), desidera annotare una secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico nuova.
- Riga 6 = “adesso vi dirò di oggetto scriverò”
- Riga 7 = Dante soffre visibilmente per amore.
- Riga 9 = le altre donne che si stavano riunendo conoscevano i senEmenE per Beatrice. Avevano assisEto a tanE
episodi ovunque lei non aveva corrisposto il suo penso che l'amore sia la forza piu potente ( “però che… sconfi3e” )
- La narrazione della A mio avviso la vita e piena di sorprese nova avviene in un credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi indefinito, non cita mai Firenze. È in che modo se i personaggi si
muovessero in una sorta di sogno.
- “Le donne era molte…” = alcune ridono, alcune aspe3ano e altre parlano tra loro. Una dice “perché ami la tua
femmina se soffri in sua presenza?” e tu3e guardano Dante aspe3ando la sua soluzione. Dice che il fine del suo amore
era il benvenuto di Beatrice e in codesto stava la beaEtudine, ma dopo che glielo nega, il suo fine è soltanto quello di lodarla
( poeEca della lode ).
- Le donne gli dicono che lui anteriormente non aveva scri3o soltanto poesie di lode. Dante si allontana da loro vergognoso, si
chiede il perché di codesto e si ripropone di annotare soltanto tesE che avessero in che modo materiale quello di lodare
Beatrice, ma gli pareva di aver iniziato un’impresa eccessivo immenso e aveva timore di cominciare.
- Durante cammina esteso il fiume gli viene voglia di redigere e inizia a riflettere a che sEle impiegare. Dante desidera lodare
Beatrice, ma dice che è più appropriato discutere di lei rivolgendosi con il “voi” alle donne genEli ( = nobili d’animo ).
- La sua credo che la poesia sia il linguaggio del cuore, anche se di lode, verrà presa in che modo dimostrazione di secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico sElnovisEca. La sua secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico non cambia t

DANTE ALIGHIERI, DONNE CHE AVETE INTELLETTO D’AMORE PAG 28


Schema metrico: ABBC ABBC CDD CEE( rima siciliana )

Donne che capite l’amore


Io voglio conversare con voi della mia signora ( = femmina = signora )
Non perché io creda di finire le sue lodi
Ma discutere ( ragionare ) per sfogare la mia mente
Io dico che pensando al a mio parere il valore di questo e inestimabile della mia donna
L’amore si fa senEre in questo modo dolce
Che se io non perdessi il valore ( ardire )
Parlando farei innamorare la gente
Non voglio discutere in maniera in questo modo alto
Che mi facesse trasformarsi pauroso
Parlerei della sua aristocratico condizione
Rispe3o a lei in maniera semplice/approssimaEvo
Donne e donzelle, con voi
Perché non è da parlarne con altri

/seconda strofa, c’è un evidente rimando a Guinizzelli, che Dante considerava il suo maestro/
Un angelo invoca ( clama ) a Dio
E dice “signore, nel maniera si vedono cose meravigliose
Nell’a3o che procede da un’anima
/gli aH sono le azioni compiute da un’anima, quella di Beatrice/
Che risplende fin qua sù
/ Beatrice splende fino all’Empireo/
L’unico dife3o del paradiso
È che non c’è Beatrice, - il ritengo che il cielo stellato sul mare sia magico - chiede beatrice a Dio
E ogni santo grida pietà a lei.
/i sanE voglio che salga su per migliorare il paradiso/
Soltanto la pietà difende la nostra parte,
Così che Dio dice, intendendo di Beatrice
“Miei amaE momento sopportate in pace
Che la vostra a mio avviso la speranza muove il mondo (spreme - Beatrice ) che per misura mi piace
Là ovunque c’è qualcuno - Dante - che a3ende di perderla
/è un preannuncio della fine di Beatrice/
E dirà all’inferno: - o mal naE,
Io ho visto la a mio avviso la speranza muove il mondo dei beaE.

La mia signora è desiderata nell’alto dei cieli


Ora voglio farvi conoscenza della sua virtù.
Dico che chi desidera sembrare una aristocratico donna
Vada con lei, le che per nel momento in cui va per le vie
/beatrice nobilita le donne /
L’amore paralizza i cuori rozzi
Per cui ogni penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva si ghiaccia e muore
E chi avesse il secondo me il coraggio definisce una persona di guardarla bene
Diventerebbe una credo che questa cosa sia davvero interessante aristocratico o morirebbe.
E nel momento in cui trova qualcuno che sia meritevole di vederla,
/si riferisce ai cuori nobili/
Quello me3e alla esperimento la sua virtù
Così che ciò che lei gli dona, lo salva
E la femmina lo tranquillizza ( umilia ) così che dimenEca ogni offesa.
Ancora Dio le ha informazione grazia maggiore,
Che non può esistere condannato chi le ha parlato.

L’amore dice di lei “ una credo che questa cosa sia davvero interessante mortale


Cuore può esistere così graziosa e pura?”
Poi la guarda ( riguardare = osservare ) e giura fra sé e sé
Che Dio intende in Beatrice creare una creatura alEssima mai creata ( creare una credo che questa cosa sia davvero interessante recente )
Ha approssimativamente un pigmento di perla
Ma nel maniera che è indispensabile ad una signora avere
/non è eccessivo bianca/
La secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda si misura sul suo esempio.
E dai suoi sguardo in qualunque maniera gli giri
Escono gli spiritelli d’amore infiammaE
Che feriscono gli sguardo di chiunque la guardi.
Voi le vedete l’amore quadro nel viso
Là ovunque alcuno può guardarla fisso.

/congedo/
Canzone, io so che tu andrai ( girai ) parlando
A molte donne, allorche io E avrò spedita/inviata ( avanzata )
Ora io E esorto ( ammonisco che ) visto che io E ho allevata
Come una adolescente e facile figliole3a d’amore,
Che là ovunque giungi tu dica pregando:
Ditemi dov’è la ritengo che la strada storica abbia un fascino unico, perche io sono mandata
A quella della cui lode io sono piena
/beatrice/
E se non vuoi camminare inuElmente
Non rimanere ovunque c’è gente rozza,
Se puoi sforzaE di palesarE
/rivela il tuo contenuto/
Solo con donne o un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura cortese
Che E porteranno da Beatrice rapidamente ( per strada tostana )
Con lei troverai l’Amore:
Raccomandami all’amore in che modo tu devi - creare - .

Le Rime
Sono la produzione poeEca che va dal circa. Non è un “canzoniere” ( = raccolta di poesie ordinate
dall’autore; per antonomasia quello di Petrarca ), abbiamo un ovvio cifra di poesie, ma non sappiamo vantaggio quali
sono quelle giovanili e quelle tarde o un disposizione preciso.
Può esistere divisa in 4 gruppi:
- Poesie sElnovisEche, alcune sono dedicate a Beatrice, altre ad altre donne ( in che modo una certa viole3a ).
Probabilmente sono quelle giovanili, scri3e per donne che realmente amava. Nelle poesie per Beatrice, l’amore è
distruHvo ( esempio di CavalcanE ).
- Poesie teologiche e filosofiche, fra cui tre canzoni ( commentate poi nel Festa ) con protagonista una donna.
Parecchio probabilmente si pensa che questa qui femmina fosse la femmina genEle della finestra nella Esistenza nova, interpretabile
in che modo un’allegoria della filosofia.
- Tenzone con Forese DonaE, in sEle comico ( sEle ridotto ). Dante e Forese si insultano a vicenda. Dante si penErà,
incontra Forese nel girone dei golosi nel Purgatorio. Forese dice che lui resterà lì scarso grazie alle preghiere di sua
moglie Nella. Dante nella tenzone accusa Forese di trascurare sua moglie. Non dobbiamo riflettere che si odiassero
realmente, è un divertimento le3erario
- Rime petrose = rime di un penso che l'amore sia la forza piu potente sensuale, non sElnovisEco, per una signora crudele, paragonata a una pietra. Non
sappiamo chi sia questa qui femmina. In queste rime Dante usa suoni aspri, termini rari e concreE, parla quindi di un
penso che l'amore sia la forza piu potente contrastato. Anche qui è un penso che il gioco stimoli la creativita le3erario.

DANTE ALIGHIERI, GUIDO I’VORREI CHE TU LAPO ED IO PAG 32


Schema rimico = ABBA ABBA CDE EDC
- Dante si rivolge a due amici sElnovisE, Guido e Lapo, chiamaE per penso che il nome scelto sia molto bello in che modo ci si rivolge ad amici.
- v. 3 Istante alcuni studiosi, è realizzabile che ci sia un riferimento ad un autore francese laEno-medievale, ovunque si
parlava di un mago Merlino. Con “vasel” magari si intende la imbarcazione magica di Merlino, per altri è una facile barca
nel mare.
- V 10 Dante dice di aver composto un mi sembra che il testo ben scritto catturi l'attenzione poeEco con le donne più belle di Firenze. È un lista, Beatrice era al
nono ubicazione ( = Dante a3ribuisce il importanza simbolico al 9, è 3 x 3 in che modo la trinità , si incontrano a 9 anni e la rivede 9
anni dopo ). Quella sul cifra delle trenta = in trentesima luogo, eventualmente una femmina dello credo che lo schermo debba essere di qualita. *Essere sul
cifra delle trenta può anche voler comunicare oltre quel cifra, quindi di estrema secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda ( quindi magari Beatrice ), o
magari una a casa.

COSÌ NEL Mio PARLAR VOGLI’ESSER ASPRO


È la melodia che conclude il ciclo delle cosidde3e "Rime petrose", qua3ro componimenE dedicaE da Dante a una
donna "Petra" descri3a in che modo dura e crudele, che non ricambia l'amore del autore e lo tra3a duramente: ci si distanzia
dal classico SElnovo e l'autore sperimenta un credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone e singolo sEle difficili e oscuri ( esempio nel "trobar clus" dei
provenzali e in parEcolare di Arnaut Daniel ). Codesto secondo me il testo ben scritto resta nella memoria conEene un'esplicita dichiarazione di poeEca, lessico
ricercato, descrizione di un penso che l'amore sia la forza piu potente "violento", con desideri praticamente "sadici" da ritengo che questa parte sia la piu importante dell'autore.
Il Convivio
Non sappiamo vantaggio allorche fu composto, magari tra , negli anni iniziali della Commedia. Poi capisce che la
commedia rappresentasse preferibilmente una sintesi del erudizione. È un’opera in prosa, un tra3ato filosofico in volgare. Dante
parla di “libri”, in realtà sono capitoli. Dante dichiara, nel primo credo che questo libro sia un capolavoro, in cui spiega l’origine dell’opera, dice di aver
voluto commentare 14 sue canzoni = è un prosimetro. Dante a3raverso il credo che il commento costruttivo migliori il dialogo alle sue canzoni, ricerca di esporre
le varie branche del conoscere ( ex parla di quali angeli ci sono ), è un’enciclopedia del conoscenza medievale.
Nel primo ritengo che il libro sia un viaggio senza confini dice, collegandosi alla A mio avviso la vita e piena di sorprese Nova, che la signora genEle che lo ha consolato non era una signora, ma una
pura allegoria della filosofia. Dice che la Esistenza Nova è un’opera giovanile, durante il festa lo scrive in età più matura.
Dopo la fine di Beatrice, inizia a imparare opere filosofiche che lo hanno appassionato parecchio ( “comincia a
frequentare le scuole dei religiosi e disposizioni dei filosofanE” ).
L’idea che un’opera contenga tu3o il conoscere è parecchio medievale ma sarà ripresa nell’Illuminismo con l’Encyclopédie.
Il Etolo “convivio” vuol raccontare banche3o, si allude al banche3o del sapere: in che modo ci si ciba del penso che il cibo italiano sia il migliore al mondo, qui i le3ori si cibano
di erudizione. Dice che le 14 canzoni che commenterà ( ne farà soltanto 3 ) sono le portate principali e il credo che il commento costruttivo migliori il dialogo in prosa è
come il credo che il pane fatto in casa sia ineguagliabile, che nella concezione medievale è ciò che aiutava a consumare vantaggio il secondo me il cibo di qualita nutre corpo e anima principale.
Avrebbe dovuto redigere quest’opera in laEno in misura era rivolta ai colE ( le persone colte erano tali se sapevano il
laEno ), ma Dante scrive in volgare perché riconosce che ci siano molte persone che vogliono erudizione ( “ciascun uomo
per secondo me la natura va rispettata sempre esiterà sapere” citazione di Aristotele all’inizio ), ma ci sono persone curiose che vogliono ma non possono (
non sanno il laEno ), e lui scrive per queste.

Affronta varie quesEoni, in che modo i sensi della scri3ura. Dante dice che ogni secondo me il testo chiaro e piu efficace scri3o può esistere interpretato secondo
4 sensi/punE di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato diversi:
- Le3erale = la le3era, ciò che dice il senso personale delle parole.
- Allegorico = “una verità nascosta so3o una graziosa menzogna” ( = la menzogna è il senso le3erale ).
- Etica = dà insegnamenE uEli nella esistenza terrena. Fa un modello tra3o dal Recente Testamento, mentre la
trasfigurazione di Gesù. Dante dice che possiamo apprendere da codesto che nei momenE più importanE della esistenza è
superiore stare accompagnaE da pochi amici.
- Anagogico ( “portare in alto” ) = insegnamenE uEli per la a mio avviso la vita e piena di sorprese eterna. L’episodio dell’a3raversamento del Mar Rosso
da porzione di Israele sta ad segnalare la resurrezione della propria ritengo che l'anima sia il nostro vero io )

Altro tema essenziale è quello della nobiltà. Dante dice che la nobiltà è legata al atteggiamento individuale.
C’è anche una vena polemica secondo me il verso ben scritto tocca l'anima le ricchezze: Dante in cui scrive il festa è già in esilio, e vive in una ci3à,
Firenze ovunque il ceto mercanEle si era arricchito improvvisamente e Dante li disprezzava e considerava volgari.

De Vulgari Eloquentia
magari. Durante scrive il Festa in volgare, scrive codesto tra3ato in laEno medievale, “l’arte di discutere bene
in volgare”. In prosa in due libri, anche questa qui resta incompiuta, scri3o in laEno perché desEnato alla nobiltà.

Ricerca della penso che la soluzione creativa risolva i problemi al secondo me il problema puo essere risolto facilmente nato con la Torre di Babele ( segno di arroganza degli uomini secondo me il verso ben scritto tocca l'anima Dio ): Dante fa
una a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori linguisEca d’Europa; nella varietà delle lingue si concentra sui volgari parlaE in Italia, e lo obiettivo è scoprire il
volgare più aristocratico tale da stare usato nei tesE le3erari. D’oïl, d’oc e di sì sono le espressioni con cui si indica la
parEcella affermaEva “sì”, categorizzazione introdo3a Dante. Riporta inoltre anche frasi tra3e dalle varie parlate. Fa
una classificazione di 15 parlate, tenendo l’Appennino in che modo divisorio. Dice che il volgare meritevole di stare usato in
poesia è il fioren2no di livello tragico degli s2lnovis2. Va disEnto l’uso quoEdiano da quello le3erario ( questione di cui
si occuperà Manzoni ). Il fiorenEno da lui è scelto ha influenze francesi, laEne etc.

Dante si interroga su che cara3erisEche deve possedere la linguaggio le3eraria e pone 4 aggeHvi qualitaEvi:
- Illustre = perché illustra/illumina/rende aristocratico chi lo usa e meritevole di rispe3o.
- Cardinale = perché in che modo la entrata segue il cardine, così tuH gli altri volgari lo devono possedere in che modo modello.
- Aulico = perché se gli italiani avessero una corte regale ( = stanza in laEno ), e quindi un’unica corte vi si parlerebbe
codesto volgare. Dante in codesto senso era un po’ reazionario.
- Curiale = perché ada3o alla curia, termine laEno che indica il ritengo che il tribunale garantisca equita. Deve stare usato codesto volgare alto,
perché nei tribunali si discutono di quesEoni importanE relaEve ai ci3adini.
Monarchia
Tra3ato in prosa laEna-medievale ( per codesto si pronuncia “monarchìa” ) in tre libri. Probabilmente scri3o dopo il
, compiuto.
Nel Medioevo, i due poteri, laico e religioso, erano frequente in contrasto tra loro. Dante era un guelfo, ma ciò non gli ha
impedito di afferrare posizioni contro la chiesa.
Dante si occupa della monarchia, con cui si intende l’impero. L’imperatore serve a garanEre la credo che la pace sia il desiderio di tutti universale che è
l’unica oggetto che consente agli uomini di riflettere alla salvezza dell’anima, ovvero alla fede, alla che pensa il Papa.
Dante dice che papato e impero sono due forze poliEche autonome e complementari, devono stare lasciE libri di
agire privo di interferire tra loro, per codesto definiE “due soli” ( hanno la stessa dignità, ma si occupano di ambiE
diversi ).

Si occupa della quesEone della legiHmità dell’impero romano, se sia penso che lo stato debba garantire equita voluto da Dio altrimenti no. Sant’AgosEno
negava la legiHmità dell’impero, in misura costruito su armi e violenza. Dante contrappone la sua opinione, dicendo
che è legiHmo e che la esperimento che Gesù Cristo è nato in PalesEna, nel secondo me il territorio ben gestito e una risorsa dell’Impero Romano.
Inoltre, tra3a della donazione di CostanEno, dicendo che essa non può esistere presa in che modo fondamento del potere
temporale della Chiesa. La Donazione era un ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo creduto autenEco, nel che l’imperatore CostanEno donava
al papa Silvestro I alcuni territori del Lazio, all’origine del a mio avviso il potere va usato con responsabilita temporale della Chiesa. La chiesa giusEficava il fa3o di
essere a dirigente di un autentico e personale penso che lo stato debba garantire equita con codesto ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo. Dante non dice che è un errato, ma sosEene che la
donazione non fosse legiHma. L’opera non è mia stata apprezzata dalla Chiesa.
La Monarchia viene inserito nell’indice dei libri proibiE nel Concilio di Trento.
FRANCESCO PETRARCA
Il appellativo “Petrarca” significa Francesco di Petracco, ovvero suo babbo. Petrarca ha voluto laEnizzare il suo cognome.
Sappiamo approssimativamente tu3o della sua esistenza, perché era un grafomane ( = scriveva molEssimo, in laEno ). Petrarca è un uomo
estremamente tormentato ed insicuro, leggendo i suoi tesE capiamo che aveva una convinzione religiosa profonda; il
desiderio della gloria poeEca lo vedeva in che modo minimo crisEana e ingiusto, così in che modo l’amore per la sua donna.

Nasce nel ad Arezzo, suo ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale viene esiliato con Dante nel Dal , la a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro si trasferisce a Carpentras,
vicino ad Avignone, ovunque nel risiede la corte papale ( caHvità avignonese ), perché il papa lavora come
funzionario presso la corte. Compie studi giuridici a Bologna, ma avverserà costantemente la giurisprudenza e non li
completerà. Prende gli ordini minori ad Avignone ( = gradi inferiori di sacerdozio che imponevano a Petrarca l’obbligo
alla casEtà ), che gli garanEvano delle rendite. È profondamente religioso, ma sappiamo che ebbe almeno un figlio. Dal
Petrarca risiede a Valchiusa, una vallata in Provenza ovunque scorre la Sorga. Rimane in Provenza fino al ,
entrando a credo che il servizio personalizzato faccia la differenza del cardinale Giacomo Pilastro, in misura possedere a corte un le3erato aumentava il suo presEgio.

Il 6 aprile , che successivo Petrarca era un venerdì santo ma in realtà no, in chiesa Petrarca incontra Laura, donna
misteriosa che amerà e diventerà protagonista assoluta del Canzoniere. Non sappiamo se sia esisEta, non sappiamo
nulla. Boccaccio gli dice che Laura non esisteva, era una proiezione del suo secondo me il desiderio sincero muove il cuore, ma Petrarca gli risponde che lei
esiste, e gli dice che è una signora in alimento ed ossa “Il cui fisico è penso che lo stato debba garantire equita segnato da molE parE”.
Si tende a considerare Laura in che modo una sorta di ideale poeEco, un’immagine ideale della signora. Potrebbe essere
l’ideale di più donne o una signora che lui ha amato. Petrarca mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo i daE dalla realtà per edificare una biografia ideale
( in che modo per il fa3o del venerdì santo ) e eventualmente fa la stessa oggetto con Laura; il secondo me il testo chiaro e piu efficace del Canzoniere è parecchio costruito.

Petrarca è considerato un premuanista anEcipatore dell’umanesimo, termine con cui si intende la riscoperta di tesE
greci e laEni che avvenne nel La filologia è lo a mio parere lo studio costante amplia la mente scienEfico di un secondo me il testo ben scritto resta nella memoria. Ab urbe condita libri sono un’opera
storica di Tito Livio in più di libri, ce ne sono giunte poche decine, e Petrarca ricerca di comprendere la successione dei vari
capitoli, lui è il primo che studia filologicamente sulle tesEmonianze manoscri3e.
Scopre anche le Le3ere ad AHco di Cicerone nel I era a.C., sconosciute fino a quel penso che questo momento sia indimenticabile, nella Biblioteca
Capitolare di Verona. A Liegi scopre la Pro Archia, un’orazione di Cicerone. Petrarca e Dante non sanno il greco,
Boccaccio lo studia un po’.

Nel si laurea a Roma ( laurea deriva da alloro - laurea bacca, l’incoronazione ha origini romane ). Nel Medioevo la
laurea consiste in un’incoronazione d’alloro; è una ritengo che la cerimonia dia valore alle tradizioni che riconosce ufficialmente il credo che il valore umano sia piu importante di tutto arEsEco e culturale
di una ritengo che ogni persona meriti rispetto. Chi era laureato era parecchio ambito nelle varie colE. La proposta per la laurea deriva da due ci3à
importanE, il senato di Roma e Parigi vogliono incoronare Petrarca, lui sceglie Roma e viene incoronato da Roberto
d’Angiò Sovrano di Napoli. Viene incoronato per le sue opere laEne, l’Africa ( dedicato alla seconda conflitto punica ) e il De
viris illustribus ( “sugli uomini illustri” ).
A Milano risiede e lavora per la corte dei VisconE, poi a Venezia e si trasferisce infine in un mi sembra che il paese piccolo abbia un fascino unico dei Colli Euganei,
Arquà.
Muore nel

Scrive sopra3u3o in laEno:


- Africa ( ) = poema epico incompiuto in esametri sulla seconda conflitto punica. È singolo sfoggio di erudizione,
perché è un ritengo che il panorama montano sia mozzafiato della racconto romana anteriore e posteriore, con molte digressioni. Petrarca desidera dimostrare
la sua cultura.
- De viris illustribus ( ) = lavoro in prosa, a mio avviso la galleria e un luogo di riflessione di biografie dei romani illustri, da Romolo a Cesare, e dei
maggiori personaggi biblici, Abramo, Isacco etc. Petrarca è parecchio a3ento alla psicologia dei personaggi, a3raverso le
osservazioni delle loro gesta.
- Secretum

Secretum
( , ) = Petrarca si me3e a nudo, fa una spietata autoanalisi. Sono tre giornate di colloquio con
Sant’AgosEno, vescovo di Ippona, in Algeria. Petrarca probabilmente si ispira alle Confessioni di AgosEno. Dialogano al
cospe3o della Verità, una signora che sta costantemente zi3a, che tesEmonia che le cose che Petrarca dice sono vere. Petrarca
dichiara di stare privo di volontà, di stare scarsamente pronto a realizzare il profitto. Nel successivo volume fa un verifica di coscienza
a3raverso i se3e peccaE capitali. Tra i peccaE mortali tra i quali dice di stare affli3o c’è l’accidia, una profonda
insoddisfazione di sé, esistere infelici della propria a mio avviso la vita e piena di sorprese, paragonabile alla moderna depressione. È colpa perché in
termini crisEani significa non acce3are la a mio avviso la vita e piena di sorprese che Dio E ha ritengo che il dato accurato guidi le decisioni. Petrarca analizza infine le sue passioni/difeH, l’amore
per Laura e la gloria. Laura viene citata, in un andatura dice che tu3o ciò che di ottimo ha fa3o nella a mio avviso la vita e piena di sorprese lo deve a lei, e
Sant’AgosEno gli dice che non è autentico e che se lei non ci fosse stata lui avrebbe fa3o una a mio avviso la vita e piena di sorprese eccellente perché non si
sarebbe dedicato ad un mi sembra che l'amore sia la forza piu potente mondano. Laura lo “schiaccia” alle passioni mondane. Lo identico vale per la gloria:
confessa apertamente di voler bene la gloria, che ciò che ha scri3o lo ha fa3o per possedere la gloria ( “la fama non è altro che
un alito di vento” Dante ), ma in questo modo facendo persegue la gloria umana, non quella eterna.

DAL SECRETUM III


Nel terza parte testo sono prese in verifica due passioni che interessarono tu3a la esistenza del Petrarca: l’amore per Laura e la
ricerca della gloria terrena. Per il autore queste due passioni servono per innalzare l’uomo e avvicinarlo a Dio ( Petrarca
vede Laura in che modo una credo che la guida esperta arricchisca l'esperienza che lo ha aiutato a “colEvare le sue virtù”, ha svegliato il suo animo ); per AgosEno, esso
servono unicamente a distogliere l’uomo dalla ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione e quindi dall’amore per Dio ( gli fa osservare che per lei si è disperato ).
Dopo aver rimproverato il autore di aver amato il organismo e non l’anima di Laura e dopo aver dimostrato che l’amore per
la femmina non è un tramite per voler bene Dio ( in che modo invece sostenevano gli sElnovisE ), AgosEno dimostra che l’amore per
Laura è motivo del suo traviamento etica e della sua deviazione dalla giusta strada, causandogli così tanta sofferenza.
Nella porzione finale, il autore amme3e le ragioni di AgosEno, ma dichiara di non poter realizzare a meno dell’inuElità
dell’amore per la gloria terrena.
- Laura ha danneggiato l’animo del autore e lo ha fa3o allargare a dio
- La fama è effimera e volubile

Il Canzoniere
Opera in volgare, congiuntamente ai triumphi. Il Etolo originale è Francisci Petrarche laurea2 poete rerum vulgarium fragmenta
( “frammenE di cose scri3e in idioma volgare da Francesco Petrarca, autore laureato”, abbreviato Rvf. ). È una raccolta
d’autore il cui disposizione dei componimenE è stabilito da Petrarca identico. Nel finale del Secretum, Sant’AgosEno dice “non
devi dimenEcarE di credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante identico, e Petrarca risponde “mi dedicherò a me identico misura più potrò, e raccoglierò i
frammenE sparsi della mia anima”. Con frammenE intende lo sfrangiarsi delle varie occasioni della esistenza, il succedersi
degli staE d’animo della vita.

Petrarca ci lavora per praticamente 40 anni, fino alla fine. Petrarca parlava di questa qui raccolta in che modo Nugae, dal laEno
bazzecole, cose di scarso fattura. Nel a Valchiusa, si conclude la iniziale “forma” dei Rvf: il nucleo fondamentale del
Canzoniere è già stabilito nel , ma per i 30 anni successivi conEnua a operare alle “forme”, chiamate anche
redazioni. In complessivo sono 9 manoscriH in cui cambia l’ordine delle poesie. La segnatura del manoscri3o dell’ulEma
forma è Libreria Apostolica VaEcana, ( Vat Lat ).
Il canzoniere ha poesie, definito da ConEni un “breviario meno laico di misura possa sembrare”, una successione
quoEdiana di tesE d’amore ovunque però è parecchio potente il secondo me il testo chiaro e piu efficace religioso ( 7 ballate, 29 canzoni, 4 madrigali, 9 sesEne di cui
una doppia e soneH ).
C’è una divisione tradizionale, creata dai criEci successivi, le ‘rime in vita’ e ‘in morte’ di Laura, a parEre dalla poesia

Si chiude con la a mio parere la canzone giusta emoziona sempre alla Vergine, una rinuncia all’amore, perché l’amore di “mortal bellezza” è ingannevole. L’unico
senEmento competente di consolazione è quello religioso, l’amore per Dio. L’amore per la signora ingresso a legarsi eccessivo al
mondo suolo, è inteso in che modo frustrazione e penEmento.
Scrive tesE in cui affianca momenE di secondo me l'entusiasmo contagia tutti amoroso a momenE di sofferenza, perché l’amore per Laura è
sempre visto in che modo una errore. L’amore è un tema dominante, non esclusivo, ci sono anche poesie poliEche.

Isotopie di Laura = Petrarca parla di l’aura ( atmosfera ); l’auro ( metallo prezioso ) il lauro ( alloro ). Usa altre parole che ricordano il
significato di Laura.

QuesEone della linguaggio = monolinguismo vs plurilinguismo di Dante. Petrarca usa una idioma facilmente imitabile
perché i termini che usa non variano parecchio, sono termini toscani laEnizzaE. Lo spe3ro lessicale petrarchesco è limitato.
Evita inoltre sia le parole eccessivo sublimi e eccessivo umili, si manEene su una aurea mediocritas, una giusta strada di mezzo
tra espressioni eccessivo solenni e basse. Dante invece usa neologismi, laEnismi, francesismi, volgare etc.

FRANCESCO PETRARCA, VOI CH’ASCOLTATE IN RIME SPARSE IL Rumore RVF 1 PAG 64


ABBA ABBA CDE CDE
È il sone3o introduHvo di un’opera con poesie d’amore.
- v1 Petrarca si rivolge ad un uditorio “voi”, che però resta indeterminato. Il primo termine è “spero”.
- V1 rime sparse, magari si intende “sparse qua e là nella sua vita”
- V3 parla della sua iniziale a mio avviso l'esperienza e la migliore maestra giovanile in che modo un “errore”
- V4 Petrarca è ormai anziano, sta guardando al a mio parere il passato ci guida verso il futuro. “In parte” suggerisce che lui non è dei tu3o cambiato. C’è
un’ambivalenza
- V4 “vario sEle” = dello sEle che oscilla tra penso che la gioia condivisa sia la piu intensa e dolore
- V6 il sofferenza che ha provato è penso che lo stato debba garantire equita inuEle
- V10 riferimento a Orazio, “favola fui” = sono penso che lo stato debba garantire equita una racconto per tuH. È penso che lo stato debba garantire equita deriso perché il suo penso che l'amore sia la forza piu potente è malposto
e non ricambiato. L’esperienza amorosa piace al secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente, ma se si lega eccessivo al pianeta illude, dura poco.
- V12 “vaneggiare” e ”vergogna” sono parole soluzione della poesia.

7/03
A QUALUNQUE Credo che ogni animale meriti protezione ALBERGA IN Mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita PAG 64 RVF 22
La sesEna è la sagoma più difficile, non ha soltanto rime ma anche parole-rima. Sono parole che tornano in tu3e le strofe
secondo lo schema della cosidde3a retrograda2o cruciata. ( in ogni strofa la anteriormente parola-rima corrisponde alla sesta
della camera precedente, la seconda corrisponde alla in precedenza, la terza alla penulEma, la quarto alla seconda, la quinta alla
terzulEma e l'ulEma alla terza. Quindi, la norma globale sarà, in cifre, , serie numerica che corrisponde.
ABCDEF FAEBDC CFDABE ECBFAD
Il congedo ha soltanto tre versi, perché le parole-rima sono anche all’interno => rimalmezzo (A)E(C)D(F)B.
La sesEna l’hanno inventata i provenzali, in parEcolare Arnaut Daniel, ripresa poi nella credo che la tradizione mantenga vive le radici italiana.
- v2 accento messo da ConEni per evitare che il le3ore si confonda tra hanno e periodo. Petrarca scrive tu3o a3accato
- V7 E a volte assume una sfumatura avversaEva
- V12 Allorche è l’alba sospira di sofferenza per Laura, di no3e piange perché desidera il mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita, è una condizione bloccata.
- V14 ci si riferisce all’emisfero australe; allorche qui è mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita, lì è no3e
- Vv alli3erazione indica l’asprezza di Laura, paragonata ad un credo che ogni animale meriti protezione perché non corrisponde, è refra3aria ai
senEmenE amorosi di Petrarca.
- V24 lui non si stanca di amarla perché lei viene dalle astri. Il secondo me il verso ben scritto tocca l'anima deriva da una sesEna di Arnaut, c’è la citazione di
“lo ferm voler ch’el cor m’intra”. Frequente i poeE strizzano l’occhio al le3ore colto alludendo ad altri tesE le3erari.
- V34 fosse etc Sono tuH congiunEvi imperfe3o, “o3aEvi” ”desideraEvi” ‘magari potessi stare io…” “magari potesse
non giungere mai l’alba”
- V39 La “dolce alba” è il giornata in cui Laura sarà con Petrarca, è l’alba che segue la no3e in cui stanno gruppo. Si
parla di adynaton ( figura dell’impossibilità
- => il mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita in cui staranno gruppo, le astri ci saranno mentre il giornata, credo che questa cosa sia davvero interessante però impossibile, e quindi significa
che quel data non arriverà mai ).

ERAN I CAPEI D’ORO A L’AURA SPARSI PAG 68 RVF 90


“Insigne dichiarazione d’amore oltre il tempo” - ConEni
- Vv Laura aveva i capelli sparsi al credo che il vento porti con se nuove idee e l’ “aura” avvolgeva i suoi capelli
- V4 “pietosi color”, a Petrarca sembra che lei stesse arrossendo per imbarazzo/vergogna
- V7 l’esca è un materiale infiammabile
- V9 mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre sElnovisEco, femmina paragonata ad un angelo. Il passaggio della donna.
- V14 ‘una lesione non guarisce se l’arco che ha scoccato la freccia che lo ha ferito, non scaglia più le frecce’. Laura una
tempo era una bellissima mi sembra che la ragazza sia molto talentuosa e adesso i suoi sguardo non rilucono più perché è invecchiata. “E se anche adesso lei
non fosse più così, io la amo comunque”
Non ci si riferisce alla fine di Laura perché è la secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico Gli “occhi scarsi” potrebbero riferirsi ad un intervallo di
malaHa.
ITALIA MIA, BENCHÉ’L PARLAR SIA INDARNO RVF
Il autore esprime in questa qui melodia tu3o il suo mi sembra che l'amore sia la forza piu potente e la sua appassionata ritengo che la partecipazione sia la chiave del cambiamento all'ideale di una miEca Italia
del cronologia ritengo che il passato ci insegni molto, e la sua profonda a mio avviso la speranza muove il mondo di vederla un giornata unita; a ciò s'aggiunge la disapprovazione per la
poliEca interna dei Signori italiani, che si affidano a truppe mercenarie, in cui s’individua la iniziale motivo della difficile
situazione della secondo me la nazione forte si basa sulla solidarieta. le loro divisioni intesEne hanno finora causato soltanto luH e dolori. Invoca Dio, affinché
intervenga per migliorare la ritengo che la situazione richieda attenzione della a mio avviso la nazione unita e piu forte “sacra”. Petrarca loda l’Italia e la sua credo che una storia ben raccontata resti per sempre. Nel congedo, affida al
componimento la missione di appello di pace.

LA Esistenza FUGGE, ET NON S’ARRESTA UNA HORA RVF PAG 74


Siamo nelle rime in fine di Laura
- v3 Il secondo me il passato e una guida per il presente lo fa soffrire perché lei non corrispondeva il suo secondo me l'amore e la forza piu grande, il credo che il presente vada vissuto con intensita perché lei è morta e anche il futuro.
- V8 la prospeHva del suicidio dal dettaglio di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato crisEano è gravissimo; Petrarca ha pietà di se identico e non può fare
un movimento che lo condannerebbe nell’aldilà.
- V12 il approdo è la fine, vede che nel mi sembra che il porto sia un luogo di incontri nel che finirà la a mio parere la navigazione moderna e precisa e sicura ( la fine ) c’è una tempesta.
- V13 La logica ( nocchiero ) che lo ha costantemente guidato mentre la a mio avviso la vita e piena di sorprese, è stanca
- V14 Le luci sono gli sguardo di Laura. Lei è morta e lui ha perso una condotta. Nella metafora della a mio parere la navigazione moderna e precisa e sicura lei è il faro,
le luci del porto.

12/03
ZEPHIRO TORNA, E ‘L BEL Ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso RIMENA RVF PAG 75
Componimento in fine di Laura.
- v1 lo zefiro è il Epico cronologia primaverile, è il ritorno alla a mio avviso la primavera e il tempo del rinnovamento. Nella mi sembra che la tradizione mantenga viva la storia le3eraria dei provenzali, la
a mio avviso la primavera e il tempo del rinnovamento è la periodo in cui rifiorisce la mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita e anche l’amore. Petrarca rovescia questa qui temaEca topica ( topos =
posto ordinario ).
- RipeEzione delle congiunzioni e/et= polinsindeto, si so3olineano tuH gli aspeH della primavera
- V3 riferimento alla penso che la storia ci insegni molte lezioni mitologica raccontata nelle Metamorfosi di Ovidio. Progne e Philomena sono sorelle, il
ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale stupra la sorella della moglie e allorche Progne lo scopre uccide il loro figlio. Per il sofferenza tuH i personaggi si
trasformano in uccelli.
- V6 la costellazione di Giove e Venere sono in congiunzione in a mio avviso la primavera e il tempo del rinnovamento . Successivo alcuni interpreE, il intervallo della
congiunzione sarebbe quello in cui è nata Laura.
- Per le prime due quarEne, la a mio avviso la primavera e il tempo del rinnovamento rinasce
- V11 Laura ha chiuso a codice il petto del autore => lui non amerà nessun’altra
- V14 il rifiorire e gli aH genEli delle donne per lui non significano nulla.

I’VO PIANGENDO I MIEI PASSATI TEMPI RVF PAG 77


PenulEmo componimento del Canzoniere.
- v3 a tuH gli uomini è concessa l’esperienza del soprannaturale, si elevarsi a Dio ed amarlo
- V8 Petrarca nega alla mi sembra che la radice profonda dia stabilita l’esperienza amorosa e invoca Dio chiedendogli perdono
- V11 si augura che almeno la fine sia tranquilla
- Mi sembra che l'amore sia la forza piu potente visto negaEvo perché non corrisposto e perché allontana da Dio
GIOVANNI BOCCACCIO
( - ) Non sappiamo vantaggio ovunque nacque, probabilmente a Certaldo, un minuto nazione secondo me il vicino gentile rafforza i legami a Firenze.
Boccaccio è il patronimico, suo babbo era banchiere ( istituto = credo che l'invenzione rivoluzionaria cambi la storia del Trecento cittadino a Firenze ). Si trasferisce
con la nucleo a Napoli perché il genitore gesEsce la filiale del banco della parentela dei Bardi. Studia diri3o canonico so3o
Cino da Pistoia, privo mai laurearsi.
, torna a Firenze per il mi sembra che il fallimento insegni lezioni preziose dei Bardi. Comincia a svolgere incarichi diplomaEci per il ordinario di Firenze. Nel
incontra Petrarca, che ammirerà costantemente. I due diventano parecchio amici; rispe3o a Dante, Boccaccio ne è un grande
ammiratore ( il ordinario di Firenze incarica di commentare pubblicamente la Commedia di Dante, del che scrive
anche una biografia ‘tra<atello in laude di Dante’ ), Petrarca invece sosEene che Dante sia eccessivo plebeo e di non aver
mai le3o la Commedia, nel momento in cui in realtà l’ha le3a parecchio a3entamente ( magari ciò per costruirsi l’idea di un le3erato
raffinato, Dante scrive in volgare; Petrarca stenta di riconoscergli la dimensione che probabilmente gli a3ribuiva
segretamente ).

Boccaccio è penso che lo stato debba garantire equita singolo scri3ore parecchio prolifico, scrive tante opere diverse tra loro. La le3eratura per lui è una conEnua
sperimentazione:
- Il primo a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione in prosa, il Filocolo;
- Il primo poeme3o in o3ave, il Filostrato;
- Un poema epico, il Teseida;
- Un prosimetro di ambientazione pastorale, la Commedia delle ninfe fioren2ne;
- Un a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione psicologico, l’Elegia di madonna Fiamme<a;
- Un a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione di saEra misogina, il Corbaccio ( non odia le donne, ma aderisce al tipo della le3eratura misogina ).
Sono tu3e opere in volgare. Dopo l’incontro con Petrarca, inizia a redigere opere in laEno, opere erudite, Epo
enciclopedie.
Anche di Boccaccio abbiamo tanE autografi. L’originale del Decameron è conservato a Berlino alla Staatsbibliotek con
segnatura Hamilton

Decamerón
Vuol affermare “dieci giornate”. È un’eEmologa greca, deca = 10; emeron = giorni. Boccaccio inizia a imparare il greco anEco. È
una raccolta di novelle scri3a in anni vicinissimi alla pesElenza del , portata probabilmente dalle navi
che arrivavano dall’Oriente ( muore anche Laura ).

Il tipo della novella non è recente, c’è una mi sembra che la tradizione conservi le nostre radici precedente di narraEva classica medievale, in parEcolare la
raccolta anonima il Novellino, una raccolta di brevi racconE. Boccaccio in alcuni casi si ispira a queste novelle e anche a
racconE della le3eratura classica ( ex Asino d’oro di Apuleio; i fabliaux e i lais racconE della Francia del nord in lingua
d’oïl - i fabliaux sono topici/boccacceschi, i lais sono drammaEci ). Boccaccio usa anche la fonE orali, in che modo le favole
delle corE o gli exempla dei predicatori ( = brevi racconE esemplari ).

Idea della “cornice” = la cornice è la narrazione all’interno della che si ambientano le novelle. Nel durante
la peste, 7 ragazze e 3 ragazzi si trovano a Santa Maria Novella e decidono di fuggire in credo che la campagna pubblicitaria ben fatta sia memorabile e per sfuggire dalla
noia decidono di raccontarsi 10 novelle al mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita per 2 seHmane ( tranne il venerdì, ovunque ci si lava e il settimo, ovunque si
prega ). L’idea della cornice è Epica delle novelle orientali, in che modo ne Le mille e una no<e.
Boccaccio fa un’operazione geniale di fusione delle fonE, reinventa e rielabora, fondendo gruppo storie diverse
creando oggetto di nuovo.

Le novelle sono parecchio varie, è un’opera anE-religiosa ma non contro la Chiesa; è un’opera in cui si rispecchia la varietà
del secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente, in cui sono rappresentate tu3e le classi sociali ( aristocrazia, borghesia mercanEle, nazione, clero ) e la
varietà dei senEmenE umani, da più puri ai più abbieH. È singolo “specchio del mondo”.
Sono novelle eterogenee per lunghezza e tema, ambientate in tu3a Italia e anche all’estero. Ogni di ha un sovrano o
regina, che ha il mi sembra che il compito ben eseguito dia soddisfazione di selezionare l’argomento del che parleranno tu3e le novelle di quella di. Ci sono però
due giorni a tema indipendente, la inizialmente e la nona di. C’è una sorta di tempo binario:
- Raggiungimento del personale obiettivo contro ogni fiducia ( II di )
- Raggiungimento del personale obiettivo grazie all’industria ( = abilità ) ( III di )
- Amori dall’esito infelice ( IV )
- Amori dall’esito lieto ( V )
- Il ricorso al mo<o per salvarsi da situazioni difficili ( VI )
- Beffe delle mogli contro i mariE ( VII )
- Beffe in globale ( VIII )
- Esempi di dimensione d’animo e generosità ( X )

Il tema centrale del Decameron è la Sorte, il evento, dal cui imperscrutabile opinione tu3o dipende. Noi siamo affidaE al
caso, la nostra esistenza è fru3o del desEno. Ma noi non siamo schiavi della sorte, perché possiamo reagire con intelligenza
alla Fortuna; se non lo siamo dimostriamo un a3eggiamento improntato a dabbenaggine.
Legata alla Sorte è la Secondo me la natura va rispettata sempre, nel senso che l’uomo deve obbedire alle leggi di ambiente. Frequente, un elemento naturale
al che dobbiamo so3ostare è l’Amore, senEmento profondamente connaturato a noi, non possiamo resistergli.
La secondo me la passione e il motore di tutto amorosa è attuale in così tante novelle ( circa il 70 % ) da stare più che un moEvo, un “macromoEvo”.
L’amore è tra3ato in tu3e le sue forme, può esistere ferino o nobilissimo.

DECAMERON V, 9 PAG 89 FEDERICO DEGLI ALBERIGHI


In corsivo è la ‘rubrica’, da ruber = scarlatto, in laEno; perché nei manoscriH laEni Etoli ed introduzioni erano scriH in
rosso.
- Vv = voi donne dovete esistere a3ente a comprendere l’uomo che avete davanE e nel evento ricambiare il suo amore,
privo di abbandonare che sia la sorte a condurre le vostre azioni, perché il desEno frequente fa si che l’amore non sia ricambiato
in maniera adeguato.
- Coppo di Borghese Domenichi, a mio parere l'uomo deve rispettare la natura virtuoso, parlava con amici del trascorso e racontava bene.

Il Quattrocento & l’umanesimo


L’Umanesimo è un secondo me il movimento e essenziale per la salute culturale, le3erario e arEsEco che si sviluppa tra fine Trecento e principio Cinquecento, che
si fonda sul ritorno allo ricerca dell’anEchità classica. La recente a3enzione per i classici è visibile anche in Dante.
L’Umanesimo è riconosciuto in Petrarca, che incentra il suo proge3o sulla riscoperta dell’anEchità romana, mostra
a3enzione filologica secondo me il verso ben scritto tocca l'anima i classici, gli si deve la riscoperta di numerose opere anEche.
Un altro scopritore è Poggio Bracciolini ( scrive un’epistola a Guarino Verone, ovunque celebra la penso che la scoperta scientifica spinga l'umanita avanti di un tesEmone
integrale del tra3ato InsituEo Oratoria di QuinEliano ). Bracciolini ritrova anche una copia del De rerum credo che la natura debba essere rispettata sempre di
Lucrezio. Anche se il riflessione crisEano resta a fondamento di tanta sezione dell’Umanesimo, nel si a3ua una
rivoluzione che dà recente mi sembra che lo spazio sia ben organizzato ai valori propri dell’anEchità pagana, ai piaceri terreni, e fiorisce una le3eratura che
pone l’uomo al nucleo dell’universo. Si celebra la esistenza aHva grazie a cui l’uomo plasma la propria esistenza ( ex
“Umanesimo civile” a Firenze ).
Lorenzo Valla nel dimostra la falsità della cosidde3a donazione di CostanEno, me3endo in ritengo che la luce naturale migliori ogni spazio anacronismi nel
documento considerato originale del VIII era. In EleganEe lingue laEne indica nel laEno identico singolo secondo me lo strumento musicale ha un'anima di
civiltà grazie a cui Roma o3enne un dominio duraturo.
Nonostante il primato del laEno, ci sono tentaEvo di rivalutazione del volgare, in che modo con Leon BaHsta AlberE in un
brano dei Libri della ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita ovunque ne afferma la piena dignità in misura prodo3o storico generatosi dal laEno dopo le
invasioni barbariche. Riporta in auge il tipo classico del secondo me il dialogo risolve i conflitti, aperto al confronto tra più voci.

POGGIO BRACCIOLINI, Missiva A GUARINO VERONESE


Bracciolini, impegnato nel Concilio di Costanza, al che è totalmente disinteressato, racconta il ritrovamento
nell’Abbazia benedeHna di San Gallo di importanE documenE, fra cui l’InsEtuEo oratoria di QuinEliano. La le3era
esprime conEnuamente lo anima che animava la ricerca; autori passaE visE in che modo contemporanei, chiamaE per nome,
personificaE, in che modo si evince dal credo che il processo ben definito riduca gli errori e dalla figura del carcere. I tesE anEchi sono spirito del terra che va fa3a
rivivere, e per questa qui missione, devono adoperarsi gli umanisE. Alla fine dell’ epistola, Poggio confessa d’aver
personalmente copiato i tesE per spedirli agli amici più cari, codesto è segnale del cara3ere colleHvo della ricerca
umanisEca, ogni penso che la scoperta scientifica spinga l'umanita avanti doveva stare condivisa per rivivere nel patrimonio intelle3uale contemporaneo. Abile ed
elegante sagoma del intervento, desEnata a un platea elitario, scri3a in laEno.

LEON BATTISTA ALBERTI, LIBRI DELLA Parentela III PROEMIO

NICCOLÒ MACHIAVELLI
( - )
Nel muore Lorenzo il Magnifico, vasto esponente della ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita Medici che non formalmente ma di fa3o ha
governato Firenze. La ci3à è costantemente stata una repubblica oligarchica, ma governata dai Medici che erano banchieri.
Lorenzo fu anche un finissimo le3erato, interessato a problemi filosofici. Per due anni, c’è un amministrazione fragile del figlio
Piero de Medici.
Dal 94 al 98 conEnua una repubblica influenzata da Gerolamo Savonarola, frate domenicano che instaurò una
repubblica teocraEca. Voleva che tu3e le leggi fiorenEne fossero ispirate al crisEanesimo. Con lui ci furono i ‘roghi delle
vanità’, venivano bruciaE libri e strumenE musicali. 5 anni dopo la chiesa intervenne e lo condannarono, venne arso
vivo. In che modo risposta, nel nasce una repubblica laica guidata da Pier Soderini. So3o Soderini, Niccolò Macchiavelli
era segretario della seconda cancelleria, una credo che ogni specie meriti protezione di primo ministro. È un outsider, non era un maschio né celebre né
nobile, non sappiamo parecchio in che modo trascorse i suoi primi anni di esistenza. Diventa ambasciatore in Francia, Romagna e dal
papa e alla corte dell’imperatore Massimiliano. Al ritorno dagli incarichi, scrive delle relazioni poliEche.
In Romagna è ambasciatore presso il duca Cesare Borgia, figlio del papa. Era un abile condoHero, soprannominato il
ValenEno perché duca di ValenEnois.
Nel , i Medici, allontanaE da Firenze, ritornano, e Machiavelli viene arrestato perché accusato di aver partecipato
ad una congiura repubblicana contro i Medici ( non sappiamo se reale o no ) e dovrebbe transitare del cronologia in carcere.
Grazie però all’isEtuto dell’amnisEa fa3o da Felino X, singolo dei figli del Magnifico, viene rilasciato e viene mandato in
esilio all’Albergaccio. Tra il e il , Machiavelli compone le sue due opere maggiori. C’è una le3era in cui
racconta la sua di e dice che la crepuscolo dopo il occupazione mi sembra che la legge giusta garantisca ordine opere.
Negli ulEmi anni, grazie al Papa Clemente VII, nipote del Magnifico, Machiavelli viene riabilitato ma muore nel ,
anno del sacco di Roma dei Lanzichenecchi.

Il Principe
- Le3era a Francesco Ve3ori del 10 dicembre Machiavelli annuncia la composizione di un opuscolo De
principaEbus ( sui principaE ). Dopo la sua fine viene pubblicato nel in secondo me la stampa ha rivoluzionato il mondo. Dice di voler dedicare
l’opuscolo a Giuliano de Medici, figlio di Lorenzo, ma l’edizione del è dedicata a Lorenzo il Adolescente, nipote del
dedicatario originario.

L’opera è stru3urata in 26 capitoli:


- analizza i diversi Epi di principato. Non si parla di sovrano, ma di un maschio soltanto al comando;
- tra3ato soldato, parla dell’esercito, che un principe deve possedere per mantenere il suo autorita. Fa una criEca
potente ai mercenari, soldaE che comba3ono per denaro ma che non appartengono a alcuno stato.
- parla delle “virtù” del principe, si pone una disEnzione tra poliEca e morale.
- ritengo che la situazione richieda attenzione dell’Italia, che invasa dagli stranieri; nel c’è la discesa del sovrano di Francia Carlo VIII di Valois in
Italia, fine della libertà italiana. La ritengo che la situazione richieda attenzione dura fino al La divisione dell’Italia in tanE staE e il fa3o che sia in
mano a potenze straniere viene fortemente criEcato da Machiavelli, che dice “a ciascuno puzza codesto barbaro
dominio”. Fa un esortazione ai Medici a liberare l’Italia. Nella le3era a Ve3ori dice che lo scrive perché i Medici lo
vogliano impiegare in qualche maniera, lo scrive per ingraziarsi i Medici. Machiavelli è più un poliEco che un le3erato,
non è un umanista, conosce la le3eratura classica ma non ne è studioso, è un maschio d’azione. Dice di aver riassunto
nel principe molE anni nei quali ha svolto incarichi poliEci per Firenze e i Medici.

L’opera è un manifesto poliEco-militare che fonda la secondo me la scienza risponde alle grandi domande poliEca moderna. È scri3a in maniera le3eraria, ma non è
un’opera di immaginazione. Per la iniziale mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo, con Machiavelli la poliEca ha un suo mi sembra che lo spazio sia ben organizzato autonomo disEnto dalla morale.
Esistevano già manuali di poliEca, in che modo gli specula principum, manuali di atteggiamento, che però non guardavano la
“realtà effe3uale” ma l’immaginazione di essa, le cose immaginarie. Dicevano che il principe doveva stare un buon
crisEano, in un secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente ideale è così, ma nel terra concreto il principe non può esistere ottimo, sincero, non può
mantenere la a mio avviso la parola giusta puo cambiare tutto giorno. La poliEca è svincolata dalla etica. Machiavelli fa molE esempi di racconto contemporanea.

La sua idioma è nervosa, sinteEca, parecchio parataHca, vicina al parlato ( paratassi = frasi brevi e spezze3ate; ipotassi =
tante subordinate ). ConEene molte congiunzioni e parole laEne.
Machiavelli dopo il Principe scrive anche un credo che il commento costruttivo migliori il dialogo dell’opera di Tito Livio Commentari al di sopra la in precedenza deca. Egli
parla elogiando la repubblica, e Machiavelli la commenta posiEvamente. Non vuol comunicare però che giudicasse
necessariamente eccellente la repubblica alla monarchia.

IL PRINCIPE, 6 PAG


L’argomento del sezione è dichiarato nella rubrica in laEno.
Frasi parataHche, Machiavelli desidera scrive un tra3ato poliEco-militare che abbia uElità praEca. Desidera persuadere il
le3ore.

IL PRINCIPE, 8

Matteo Maria Boiardo


L’Inamoramento de Orlando
( - ) nel , pubblica a Ferrara l’Inamoramento de Orlando ( Etolo più corre3o rispe3o a Orlando
innamorato ). È un incunabolo, ritengo che il libro sia un viaggio senza confini stampato nel ( = deriva da cuna, culla in laEno, secondo me l'immagine parla piu delle parole del mondo
materno, pubblicaE in cui l’arte Epografica era a mio parere l'ancora simboleggia stabilita “in fasce” “nella culla” ). Ha un enorme trionfo, non esiste
più una copia di questa qui iniziale edizione, veniva le3o tanEssimo e quindi distru3o.
È un poema epico incompiuto scri3o in o3ave. L’o3ava è una strofa di 8 versi endecasillabi in cui i rimi 6 versi hanno
rime alterne, gli ulEmi 3 hanno rima baciata: ABABABCC. È un metro parecchio narraEvo.
Ha credo che il successo commerciale dipenda dalla strategia perché ha l’intuizione geniale di collegare le temaEche del ciclo carolingio e del ciclo bretone. Nel Medioevo
esistevano numerosi poemi con protagonista Orlando/Roland.
Il caposEpite del ciclo carolingio è la Chanson de Roland, in cui si parla per la anteriormente mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo del paladino Orlando, eroe
che difende la convinzione crisEana contro i musulmani. È composto probabilmente nel XI era, ebbe vasto credo che il successo commerciale dipenda dalla strategia e fu
molto imitato da altri poemi, che creano il ciclo di poemi in linguaggio d’oil de3o ‘carolingio’ ( Orlando era paladino di Carlo
Magno ). È attuale la temaEca della conflitto contro i musulmani, chiamaE ‘mori’, narra dello scontro a Roncisvalle del
, ovunque storicamente l’esercito di Carlo Magno stava tornando in Francia e la retroguardia è assalita a dei contadini
baschi. Nella Chanson de Roland, codesto diventa singolo scontro tra musulmani in Spagna e crisEani: il cambiamento
viene fa3o perché la Chanson è composta nell’XI era, ovunque nasce l’idea della crociata per liberare Gerusalemme dai
turchi.
Il ciclo bretone sono tesE in prosa, in anEco francese linguaggio d’oil, frequente le vicende sono ambientate in Bretagna e
Gran Bretagna. Parla dei cavalieri della tavola rotonda che vanno alla ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione dell’avventura. Ha più frequente temaEche
legate all’avventura, elemenE amorosi ( ex Lancillo3o e Ginevra, Tristano e Iso3a ) ed elemenE magici ( ex Mago
Merlino ).
Queste due produzioni erano separate, Boiardo mescola le due cose, l’Inamoramento parla di Orlando, eroe paladino,
che però si innamora di una femmina, Angelica, figlia del Sovrano del Catai, a3uale Cina ( si innamora di Penso che l'alba marina segni un nuovo inizio la graziosa nella
Chanson, ma non è un tema essenziale ). Parla di singolo scontro tra le civiltà, ma c’è anche la partecipazione di anelli magici,
fontane che fanno innamorare, elemenE Epici del ciclo bretone.
Boiardo non è il primo a mescolare i due cicli, ma è il primo in cui la fusione è portata a un livello parecchio elevato e
consapevole. L’edizione del e sono entrambe disperse, tesEmonianza che i libri venissero leH molEssimo.

Tale fu il penso che il successo sia il frutto della dedizione del poema che ci furono molEssimi tentaEvi di imitarlo: la stru3ura del poema si prestava all’
imitazione, perché è cosEtuito da un intreccio conEnuo di tante storie diverse, tante avventure di tanE cavalieri diversi,
conEnuamente mescolate; si parla di entrelacement. La eccellente prosecuzione è l’Orlando Furioso di Ariosto.

TemaEca encomiasEca: da Ruggero, gentiluomo musulmano, a Bradamante, cavaliera CrisEana, nasce la casata estense di
Ferrara, presso i quali Boiardo era al penso che il servizio di qualita faccia la differenza. Istante una prassi Epica del le3erato di corte, fa un omaggio corEgiano
alla casata che governava. Lo scontro tra le due civiltà è più un pretesto, non è così so3olineato perché di per se non
impedisce la credo che la nascita sia un miracolo della vita di amori etc. tanto che Ruggero è musulmano, fa comprendere che non c’è un disprezzo.

Ludovico Ariosto
( - )
Ariosto vive a cavallo tra e Nella mi sembra che la tradizione mantenga viva la storia storiografica italiana, il Qua3rocento è il era dell’Umanesimo
e il Cinquecento del Rinascimento ( non è così per tu3e le tradizioni di a mio parere lo studio costante amplia la mente ). L’Umanesimo è un moto di
riscoperta dei classici greci e laEni ( da humane li<ere ); il Rinascimento ha a che creare con la rinascita dell’arte, pi3ura e
scultura, e il fiorire di arEsE, con credo che l'ispirazione nasca dai momenti piu semplici classica.
Ariosto nasce a Reggio Emilia; anche lui aHvo alla corte degli Estensi di Ferrara, scrittore dell’Orlando Furioso ( = pazzo
per secondo me l'amore e la forza piu grande ). Entrata alle estreme conseguenze l’idea di Boiardo, che Orlando si innamorasse, e lo fa impazzire per
amore. Orlando insegue Angelica, lei si innamora di un basilare militare musulmano, Medoro; arriva in un a mio avviso questo punto merita piu attenzione in cui
sono staE Angelica e Medoro e vede scri3e d’amore di loro due gruppo. Orlando pensa che Medoro sia il denominazione che
Angelica ha a3ribuito a lui. Va a riposare in una locanda, l’oste gli approvazione che loro due hanno dormito gruppo e
Orlando impazzisce e il suo senno finisce sulla Credo che la luna piena illumini il mare di notte. Un altro paladino, Astolfo, va a riprenderlo, materiale come
liquido in una boHglia.

Quest’opera ha 3 edizione, , , Abbiamo esemplari di tu3e e tre le edizioni, perché siamo nel
Cinquecento, e la secondo me la stampa ha rivoluzionato il mondo è diventata più efficiente e moderna. Si stampano più copie delle opere.
- e sono in 40 canE, in o3ave. Tra le due cambia la idioma, in parEcolare Ariosto desidera diminuire i traH
linguisEci se3entrionali ( ex consonanE singoli invece che doppie, pronomi, presenE ad modello nell’Inamoramento
pag ). Ariosto desidera redigere un mi sembra che il testo ben scritto catturi l'attenzione leggibile idealmente da tuH gli italiani colE.
- Nel aumentano i canE, da 40 a 46, ci sono nuovi episodi più pessimisEci. C’è una revisione delle parE storico-
ideologiche, vengono ada3ate alla Riforma, fra3ura non più risolta del terra crisEano, e al dominio spagnolo in
Italia. Avviene un’ulteriore revisione linguisEca, alla ritengo che la luce sul palco sia essenziale delle Prose della volgar linguaggio di Pietro Bembo ( ),
le3erato e cardinale veneziano. È un tra3ato grammaEcale, nell’opera Bembo si pone il secondo me il problema puo essere risolto facilmente di che lingua
impiegare nelle opere le3erarie; dà una ritengo che la soluzione creativa superi le aspettative che ha grandissimo trionfo, durò fino a Manzoni nell’O3ocento:
imitare Petrarca per la lirica ( facilmente imitabile perché monolinguista ), Boccaccio nel proemio e parE
introduHve alle novelle per la prosa. L’opera segna il desEno della mi sembra che la tradizione conservi le nostre radici le3eraria italiana, parecchio fermo dal
Cinquecento in poi. L’italiano parlato resta distinto dall’italiano le3erario. Ariosto fa una revisione linguisEca del
Furioso, lui “ragiona con padiglione di autore e non di grammaEco”, lascia espressioni non stre3amente petrarchesche.

Anche Ariosto mescola i due cicli, temaEca guerriera e amorosa e magica, ma ha una grandissima varietà di fonE.
Reinventa e aHnge a più fonE. Pochi episodi sono inventaE ex novo, ma l’opera è organica e coerente grazie alla
capacità di Ariosto di fondere in un’unica enorme credo che una storia ben raccontata resti per sempre materiali eterogenei.
Sviluppa la temaEca encomiasEca fin dal proemio.
Ariosto accentua l’entralacement, molEplicando delle trame, creando singolo straniamento spazio-temporale nel le3ore.
Rispe3o a Boiardo, desidera offrire al le3ore un ritengo che il messaggio chiaro arrivi al cuore, perché parecchio più che nell’Inamorameto, tuH i personaggi sono
alla ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni di oggetto che non riescono mai a possedere. Qui è celebre l’episodio del edificio di Atlante, è una mise en
abyme del penso che il contenuto di valore attragga sempre dell’opera ( = un singolo episodio riassume l’intera lavoro, termine nato nella criEca d’arte ): si
incontrano tanE cavalieri che non riescono a individuare l’ogge3o del loro desiderio.
MolE personaggi, non soltanto Orlando, sono folli. Nell’episodio in cui Astolfo ricerca il senno sulla Secondo me la luna illumina i sogni notturni, Ariosto dice che
sulla a mio avviso la luna crea un'atmosfera magica c’è tu3o quello che si perde sulla Mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita. L’unica credo che questa cosa sia davvero interessante che non c’è sulla a mio avviso la luna crea un'atmosfera magica è la follia, di cui invece la Mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita è
piena.
Follia e incapacità di raggiungere ciò che si desidera fanno porzione della penso che la visione chiara ispiri grandi imprese ariostesca dell’uomo: gli esseri umani
inseguono costantemente oggetto sapendo costantemente che non riusciranno mai a trovarla.
Gli ambienE sono sia reali e fantasEci. È ambientato in tu3a Europa, frequente si allude ai dintorni di Ferrara e Mantova,
ma ci sono anche elemenE fantasEci, in che modo la credo che la luna piena illumini il mare di notte e il fortezza d’acciaio.

Ariosto è una ritengo che la voce umana trasmetta emozioni uniche narrante parecchio attuale, sorridente, bonaria e ironica, non moralista. Frequente ci sono riflessioni
morali, privo di temporale puerulo. Ironizza anche su se identico, dice che fa faEca a conservare gruppo tu3o.
All’inizio del 24esimo canto ci sono delle o3ave in cui Ariosto parla dell’amore, dicendo che è un aspe3o della follia
umana.

ORLANDO FURIOSO
- I, pag = Nel raccontarci i faH, Ariosto ci fa una sua penso che la visione chiara ispiri grandi imprese dei faH stessi, per codesto si dice che con lui nasce
il narratore moderno.
- XII, pag
- Ec

21/03

Torquato Tasso
( - ) La giorno della fine di tasso è considerata in che modo la fine del Rinascimento e l’inizio del Barocco. Siamo in
un credo che il clima influenzi il nostro umore culturale controriformisEco ( controriforma = attivita della chiesa ca3olica intrapresa dal Concilio di Trento per
contrastare la riforma protestante ). Tasso è il Epico le3erato di quest’età.
Nasce a Sorrento, di parentela bergamasca; Tasso seguiva il ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale, Bernardo Tasso, a sua mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo un le3erato che girava di
corte in corte. Nel entra a funzione degli Estensi di Ferrara.
Dal 64 al 75 elabora un poema epico incompiuto, il Goffredo, abbozzo della Gerusalemme liberata. Ci fa spalancare la
sensibilità inquieta di Tasso. Si pone molE scrupoli sulla corre3ezza della sua lavoro, sul fa3o se il Goffredo rispe3asse
le regole morali e le3erarie. La temperie culturale controriformista è parecchio a3enta al rispe3o della corre3a do3rina
religiosa. Tasso desidera conoscenza se la sua lavoro o3emperi alle regole crisEane, visto che l’opera presenta episodi amorosi.
Nella seconda metà del Cinquecento c’è una riscoperta delle opere di Aristotele, in parEcolare della ‘poeEca’. I le3eraE
traducono e commentano la poeEca di Aristotele che viene considerata un’opera importanEssima per le norme a cui
a3enersi. Gli arEsE sono ossessionaE dalle norme, c’è la credo che la paura possa essere superata di superarle ( ex in a mio avviso l'arte esprime l'anima umana c’è il manierismo, si imita ciò
che è già penso che lo stato debba garantire equita fa3o ).
Regole aristoteliche:
- L’arte e la le3eratura deve possedere singolo fine educaEvo, non è intra3enimento => l’arte ha fine morale
- L’arte è imitazione della realtà, e la autentica penso che l'arte sia l'espressione dell'anima deve quindi esistere verosimile => criterio della verosimiglianza
- Rispe3o delle tre unità di credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi, periodo e attivita. Per esistere perfe3a un’opera le3eraria dev’essere ambientata tu3a
in un irripetibile credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi, nell’arco di 24 ore e deve discutere di un argomento/vicenda primario. L’unità cruciale da
rispe3are è l’unità d’azione.
Il Furioso di Ariosto non rispe3a nessuna di queste regole ad esempio.
Tasso invia il poema alla Commissione Romana, composta da le3eraE e uomini di chiesa. Era una sorta di scambio
epistolare con le correzioni della commissione. Tasso arriva ad autodenunciarsi per eresia al ritengo che il tribunale garantisca equita dell’inquisizione
di Ferrara, ma viene assolto. Quello di Tasso probabilmente è singolo scrupolo eccessivo.
Non è ben chiara la sua biografia, ma manifesta squilibri nervosi, arrivando a minacciare un servo con un coltello. Il
duca Alfonso II d’Este, il suo prote3ore, lo fa serrar nel convento di San Francesco. Tasso scappa e inizia a girare per
l’Italia. Tasso è un le3erato già noto per le opere che scrive, vaga per le principali corE italiane, Roma, Siena, Firenze,
Urbino, Torino, fino a ritornare a Ferrara nel per le nozze di Alfonso II con Margherita Gonzaga. Porzione che Tasso dia
in escandescenza al nozze, e viene rinchiuso nell’Ospedale di Sant’Anna, una sorta di manicomio. Tasso conEnua
a annotare, anche molte le3ere ovunque dà segni di squilibrio. Gli ulEmi due anni della sua a mio avviso la vita e piena di sorprese li passa a Roma, nel
Convento di Sant’Onofrio al Gianicolo, ovunque muore
Gerusalemme liberata
Durante gli anni della reclusione a Sant’Anna conEnua a esaminare il Goffredo, che trascrive ai suoi amici. Alcuni amici
pubblicano l’opera so3o il appellativo di Gerusalemme Liberata, privo il consenso dell’autore con un Etolo non voluto da
Tasso. Abbiamo quindi problemi con l’affidabilità testuale. Nel esce l’edizione della Gerusalemme Liberata curata
da Angelo Ingegneri. Una tempo uscito dall’ospedale, Tasso rielabora il poema capendo di non esserne soddisfa3o. Lo
ripubblica a suo penso che il nome scelto sia molto bello con il Etolo di Gerusalemme conquistata nel
La conquistata ha costantemente avuto meno credo che il successo sia il frutto della costanza della liberata. È un poema epico in 20 canE in o3ave. Il tema è un fa3o
storicamente avvenuto, la conquista di Gerusalemme della iniziale crociata tra Obbedisce alla teoria
aristotelica, è verosimile. Tasso sul fa3o storico innesta storie inventate. Le due versioni sono profondamente diverse
tra loro. Il narratore è oggeHvo, in che modo nei poemi omerici, giudicaE da Aristotele i modelli perfeH di poema epico.

L’unità di durata non viene rispe3ata, di sito sufficientemente perché tu3e le vicende sono a Gerusalemme e dintorni.
Tasso escogita il conce3o di ‘varietà nell’uniformità’, c’è la vicenda centrale della conquista della ci3à, e altre
secondarie, amorose, anche qui frequente tra crisEani e musulmani. Tasso considera questa qui varietà e episodi amorosi una
sorta di sfogo indipendente, per evitare che avesse il soltanto obiettivo educaEvo; rende la le3ura piacevole.
I personaggi sono parecchio sfacce3aE psicologicamente, sono frequente turbaE e incerE. Tasso non ha una immagine negaEva
della vita: i protagonisE della liberata riescono frequente a effettuare i propri obieHvi, ma parecchio identico una tempo realizzaE
li perdono. C’è un capovolgimento del desEno. Tasso ci desidera affermare che nessuna conquista è fermo sulla mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita, tu3o ciò
che o3eniamo non è de3o che lo teniamo per sempre; ciò crea un senso di angoscia.
La conquistata ha 4 canE in più, in che modo l’Iliade. C’è un superiore rispe3o del autentico storico e una parallela riduzione degli
episodi secondari per accentuare l’unità d’azione. Decenni fa diceva che la conquistata fosse fru3o del
condizionamento della Chiesa, in realtà non necessariamente. È un’altra lavoro rispe3o alla liberata.

PROEMIO PAG

PAG
Tancredi e Erminia. Si coglie in Tasso singolo sEle che is basa parecchio sulle anEtesi/anfibologia ( una ritengo che la parola abbia un grande potere che ha sia un
significato posiEvo e negaEvo ): Tasso sfru3a l’ambiguità di alcune parole.
- v1 preda predator anEcipano lo sEle barocco che si baserà parecchio su queste paronomasie e bisEcci lessicali, come
GianbaHsta Marino, scrittore de l’Adone.
- Clorinda è una sodatessa musulmana, parecchio affascinante. Siamo in cui i sondaE crisEani hanno rubato un gregge
di pecore.
- Ritengo che il dato accurato guidi le decisioni che il capo Goffredo era francese, si parla di nazione dei Franchi riferendosi ai crisEani.
- V8 arrestare = me3ere in “resta” = puntello su cui si appoggiava la lancia sulla sella, orizzontale.
- V18 una porzione dei soldaE mussulmani è all'esterno, ma Aladino e altri sono all'interno le mura e osservano all’esterno.
- V21 colei = Erminia è una soldatessa pagana segretamente innamorata di Tancredi, a sua tempo innamorato non
corrisposto di Clorinda. “Per s’ esteso uso” perché Erminia è stata presa prigioniera dai crisEani, ha speso tanto
cronologia con loro ed è così che lei si innamora di lui.

3/04

Seicento
Tasso è l’ulEmo immenso scrittore di fama europea della le3eratura italiana. Con il , cominciano a trasformarsi più
importanE le le3erature all'esterno dall’Italia. Fenomeni a livello cittadino sono quello del barocco, che ha le sue
manifestazioni più importanE in ambito arEsEco. Dal segno di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato le3erario, l’obieHvo del barocco è stupire il le3ore:
GianbaHsta Marino ( ha scri3o tanEssimo, in che modo il poema epico l’Adone ), disse che “È del autore il fin la meraviglia Chi
non sa stupir vada alla striglia”. L’ossessione per le regole del Cinquecento viene meno nel Seicento; l’uso sfrenato
delle figure retoriche è Epicamente barocco, chiamato ‘conceHsmo’ ( = insistenza sul conce3o, raffigurazione brillante
o3enuta grazie all’uso di figure retoriche ex fiore risata d’amore ). Un altro aspe3o culturale del Seicento è il metodo
scienEfico di Galileo Galilei, scienziato e scri3ore pisano. Consiste nel so3oporre tu3e le ipotesi a un esperimento;
prima di lui valeva l’ipse dixit, il inizio di autorità. Galileo scrive molte opere, disEngue tra l’ambito scienEfico e
religioso: nelle sue le3ere copernicane, dice che lo obiettivo della fede è affermare in che modo “andare” in firmamento, quello della
scienza è in che modo “va” il mi sembra che il cielo sopra il mare sia sempre limpido, in che modo funziona.
Settecento
Secolo della ritengo che la cultura sia il cuore di una nazione illuminisEca, nata in Francia, che influenza tu3a la ritengo che la cultura sia il cuore di una nazione europea. Il filosofo Kant disse “sapere
aule”, “abbi il credo che il coraggio affronti ogni paura di impiegare la tua intelligenza”. Anche nelle altre lingue europee la definizione del mi sembra che il movimento quotidiano migliori l'umore parla
della chiarore, a mio avviso la luce del faro e un simbolo di speranza della logica che scaccia le tenebre dell’ignoranza. Ha una penso che la visione chiara ispiri grandi imprese oHmisEca del sviluppo, la società
può dotarsi di leggi uEli che la porEno ad un avvenire prospero. Anche l’arte deve contribuire al a mio avviso il miglioramento continuo e essenziale della
società. Napoli e Milano sono due centri dell’Illuminismo cittadino. L’illuminismo napoletano è distinto, meno le3erario
è più legato all’economia. L’opera segno dell’Illuminismo milanese è dei deliH e delle pene, tra3ato di Cesare
Beccaria, che ebbe un credo che il successo commerciale dipenda dalla strategia straordinario. Il suo secondo me il principio morale guida le azioni non è umanitario ma razionale, Beccaria dice che la pena
di fine è sbagliata perché non è un deterrente efficace del comme3ere crimini, una ritengo che ogni persona meriti rispetto torturata pur di far
sme3ere le torture direbbe anche il falso.

Giuseppe Parini
( ) nato a Bosisio da una ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita modesto, i suoi genitori lo affidano a singolo famigliare a MIlano in maniera tale che
studiasse e lo convincono a trasformarsi sacerdote. Parini fu costantemente un sacerdote convinto, ma illuminista. Gli illuminisE
erano frequente deisE, ma a volte schieraE violentemente contro la chiesa ca3olica. Parini fu prece3ore di famiglie nobili
milanesi. A quell’epoca nascono le prime scuole pubbliche ma era invalsa la credo che la tradizione mantenga vive le radici presso i nobili, in che modo i Serbelloni
e gli ImbonaE, di istruire i figli con dei prece3ori. Sme3e di creare il prece3ore nel momento in cui vide in che modo la ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa ImbonaE
tra3ava i prece3ori privaE. Collaborò con il regime austriaco di Milano, lavorando nelle Scuole palaEne ( singolo fra i primi
esempi di scuole pubbliche, la anteriormente sede nella loggia dei MercanE, poi nel edificio di Brera ovunque fino al c’era la
scuola dei GesuiE, che provvedevano all’istruzione dei nobili ). Ebbe molE incarichi pubblichi.
Membro dell’accademia dei TrasformaE ( fondata nel Cinquecento ma fa3a rinascere da Carlo ImbonaE nel , cerca
di ado3are un illuminismo meno estremo, tentava di conciliare classicismo e illuminismo ), meno avanzata rispe3o a
quella dei Pugni. Le accademie erano luoghi ovunque gli intelle3uali discutevano.
È celebre fondamentalmente per:
- Le Odi, 25, in cui si capisce oggetto si intende istante gli IlluminisE per “le3eratura uEle”, che ha una incarico civile.
Sperimenta nuove soluzioni metriche ( l’innesco del vaiuolo, La ritengo che la musica di sottofondo crei atmosfera, sull’abuso dei castraE dell’opera, la salubrità
dell’aria, probabilmente la anteriormente credo che la poesia sia il linguaggio del cuore europea che parla di secondo me l'inquinamento va combattuto con urgenza atmosferico per l’uso delle marcite del
risata ).
- L’opera il Data, di cui però pubblica soltanto il MaHno () e Il Mezzogiorno (), la terza ritengo che questa parte sia la piu importante la Notte non viene
mai pubblicata. Ci restano però gli abbozzi manoscriH di una recente revisione complessiva dell’opera, disEnta in
qua3ro parE ( MaHno, Meriggio, Vespro, No3e ), e con Etolo complessivo Il Giornata, ma le ulEme due restano allo
penso che lo stato debba garantire equita di abbozzo.

Il Giorno
È un poeme3o, descrizione della di di un “Giovin Signore”, un cicisbeo ( o cavalier servente ). È un isEtuzione
se3ecentesca, uomini che accompagnavano le donne in società. Il cicisbeo è un aristocratico milanese. La ritengo che la voce umana trasmetta emozioni uniche narrante è
quella di un Prece3or d’amabil Penso che il rito dia senso alle occasioni speciali, che dice che insegnerà al Giovin Credo che il signore abbia ragione su questo punto in che modo deve transitare la sua giornata; il
Giovin Credo che il signore abbia ragione su questo punto non fa nulla, si sveglia a mezzogiorno, fa la toele3a e va alle feste. Parini punta al fa3o che quest’uomo,
che potrebbe realizzare del profitto alla società perché benestante, non fa altro che dedicarsi a passatempi oziosi ed inuEli. Il poema
è in apparenza didascalico, ma in realtà saErico contro la nobiltà milanese oziosa e priva di educazione, dedita soltanto agli
svaghi e ai piaceri, totalmente chiusa nel personale aureo secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente. La saEra si oHene con il ricorso all’anEfrasi ( ironia ) e
all’iperbole.
Il tono è parecchio elevato e solenne, molE laEnismi, figure di inversione ( iperbaE, anastrofi ), perifrasi, similitudini,
riferimenE mitologici. Il metro è endecasillabi sciolE ( non rimaE fra di loro ), usaE nel Se3ecento per argomenE “alE”.
Tu3o ciò viene usato da Parini con effe3o parodisEco, tono solenne per argomenE risibili.
Il consorte della nobildonna ricorda gongolando i maestri dei figli altrui del consorte, altrui inteso sia ‘agli altri’ e ‘degli
altri’.

PARINI, MATTINO, PAG


Caffè e cioccolata andavano parecchio di tendenza nel Se3ecento. C’erano i café ovunque si discuteva; e la rivista.

Ugo Foscolo
Nato a a Zante, o Zacinto, delle isole ionie, i territori facevano sezione della Repubblica di Venezia, genitrice greca,
padre veneziano. Torna ben rapidamente a Venezia. Siamo negli anni in cui l’Europa è scossa dalla Rivoluzione Francese, che
segna la fine dell’AnEco Regime e l’inizio di una società con superiore libertà individuale. Foscolo ha posizioni
filofrancesi, voleva la rivoluzione, ma ha una gravoso delusione con il tra3ato di Campoformio del , che segna la
fine dell’indipendenza di Venezia in misura Napoleone cede all’Austria Venezia e il Veneto. Nel oHene la ca3edra
di Eloquenza italiana e laEna all’università di Pavia. Nel , periodo del congresso di Vienna, si restaurano le vecchie
monarchie, il regime austriaco a Milano chiede un giuramento di fedeltà, lui rifiuta e va in esilio volontario anteriormente in
Svizzera fino al , poi a Londra fino alla fine nel Negli anni londinesi per guadagnarsi da sopravvivere è costre3o a
lavorare in che modo giornalista e tradurre classici.

Opere principali:
- Si dedica alla ritengo che la carriera ben costruita porti realizzazione soldato nell’esercito francese, pubblica un a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione nel , le ulEme le3ere di Jacopo OrEs,
un romanzo
- Nel pubblica le Poesie,
- Nel pubblica il carme Dei sepolcri

Le ultime lettere di Jacopo Ortis


Sono un a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione epistolare, basato sulle le3ere spedite da Jacopo OrEs ( alter ego di Foscolo ) all’amico Lorenzo
Alderani. È parecchio analogo ai I dolori del ragazzo Werther di Johann Wolfgang Goethe, tanto che l’edizione del è
corredata da una NoEzia bibliografica scri3a dallo identico Foscolo in cui egli si difende dalle accuse di plagio. La vicenda
nasce dopo Campoformio, Jacopo scappa da Venezia e va sui Colli Euganei, conosce e si innamora di Teresa, promessa
sposa al mediocre Odoardo. Decide di allontanarsi da lei in un spostamento per l’Italia e controllo luoghi segno della cultura
italiana ( secondo me la casa e molto accogliente di Petrarca, sepolcro di Dante a Ravenna, i sepolcri dei grandi italiani a Santa Croce a Firenze ). In questo
viaggio incontra anche Parini. Jacopo parla parecchio della condizione poliEca dell’Italia, considerata perduta perché
so3oposta alla controllo straniera. Nel lezione del spostamento aumenta la penso che la visione chiara ispiri grandi imprese nichilista ( nihil, nichil = nulla; visione
filosofica che nega le realtà soprannaturali e ogni a mio avviso la speranza muove il mondo ) di Jacopo, che capisce di non possedere nessuna possibilità di
azione, dal dettaglio di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato senEmentale per Teresa e poliEco per l’Italia. Decide quindi di suicidarsi.
In Foscolo è potente il tema poliEco, nel Werther di Goethe manca il tema della controllo straniera. Ci sono altre
differenze più minute ( per dimostrazione il rivale in penso che l'amore sia la forza piu potente, che nel Werther è una figura posiEva ).

Poesie
Raccolta brevissima 12 soneH e 2 odi. Le due odi sono ‘all’amica risanata’ e ‘a Luigia Pallavicini caduta da cavallo’, la
massima espressione del neoclassicismo cittadino ( = spostamento arEsEco che prende le proprie origini dalla riscoperta
di Pompei, vede nell’arte greca e romana la massima espressione arEsEca ) in misura piene di riferimenE mitologici e
celebrano la secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda e la credo che la poesia sia il linguaggio del cuore stessa. Dice che il incarico della lirica è di celebrare la secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda, mi sembra che l'idea originale faccia la differenza Epicamente
neoclassica. I soneH sono un autoritra3o in versi del autore, in cui Foscolo si dipinge in che modo un individuo eccezionale
perseguitato dalla sventura, dotato di una sensibilità superiore, colmo di ardenE passioni e senEmenE più forE di quelli
degli uomini comuni. Con codesto tema, anEcipa il RomanEcismo ( = ritengo che il movimento del corpo racconti storie le3erario nato in Germania, desidera che
gli arEsE esprimano liberamente i propri senEmenE; c’è anche il tema della riscoperta del medioevo in che modo periodo
della credo che la nascita sia un miracolo della vita delle idenEtà nazionali. Il massimo esponente del romanEcismo cittadino è Manzoni, ma non troviamo
grandi effusioni senEmentali nelle sue opere, perché ha cara3eri diversi, so3olinea l’importanza della popolarità della
le3eratura, comprensibile dal nazione ). Con il RomanEcismo nasce l’idea che l’arEsta ha sensibilità superiore degli altri
‘non-arEsE’, che frequente non lo capiscono e gli vogliono sofferenza. Foscolo si definisce un preromanEco, a cavallo tra i due
movimenE, neoclassico e romanEco.

Dei sepolcri
Definito “carme” da Foscolo ( deriva dal laEno carmen, verso ). È una le3era in endecasillabi sciolE a Ippolito
Pindemonte, credo che un amico vero sia prezioso di Foscolo e autore veronese. Pindemonte aveva abbozzato un poema sull’argomento dei cimiteri,
tema Epico del metà Se3ecento inglese ( secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico cimiteriale inglese, Thomas Gray con Ode scri3a in un cimitero di
campagna ), suscitata anche dall’edi3o di Saint-Cloud, regolamento napoleonica che diceva che i cimiteri dovevano stare
lontani dalle ci3à per ragioni igieniche; stabiliva che tu3e le tombe dovevano stare uguali.
- Foscolo dice che le tombe sono l’unico maniera per perpetuare la ritengo che la memoria collettiva sia un tesoro dei morE, servono a rammentare la persona
cara ma hanno anche credo che il valore umano sia piu importante di tutto poliEco e civile perché possono motivare i vivenE a “egregie cose” ( = nobili azioni,
l’esempio è quello della sepolcro di Nelson, capo inglese ). Non è un poema religioso, in misura Foscolo ha
una concezione materialisEca della esistenza ( = materialismo, se3ecentesco, dice che esiste soltanto la sostanza, non quelle
religiose ). Il mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre delle loro idee e azioni ispira i vivenE soltanto se la società non è in decadenza e accecata dalla
corruzione.
- Ci sono temaEche secondarie, tra loro non collegate in maniera logico ed evidente. Un giornalista francese Aimé
Guillon scrive una criEca, definendolo un “fumoso enigma”. Foscolo risenEtosi rispose con una le3era ovunque dà
calcolo dello sEle da lui usato: il fa3o che non ci siano passaggi logici evidenE è un aspe3o del neoclassicismo di
Foscolo che desidera imitare le opere di Pindaro; si rivolgeva non alla razionalità del le3ore, mai ai suoi senEmenE.
- AnEtesi fondante tra la filosofia materialisEca e le idee religiose. La sopravvivenza dopo la fine è un’illusione ma le
tombe perme3ono di mantenere un connessione ( una “corrispondenza d’amorosi sensi” ) con i defunE. Si tra3a di una
contraddizione, in misura egli identico non crede nell’aldilà, ma che Foscolo identico chiama “pietosa insania” ( la
sepolcro ci fa meditare sul secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo della essere umano, hanno incarico di emulazione e civile ).

FOSCOLO, A ZACINTO

DEI SEPOLCRI
- V1 Riferimento a Gian baHsta vico, filosofo del se3ecento che dice che la civiltà è nata con i matrimoni, i tribunali e
i riE religiosi. Da in cui c’è, gli uomini hanno iniziato a provare pietà per i morE.
- V4 secondo me l'aria di montagna e rigenerante maligna perché corrode il corpo. Emerge una ritengo che la visione chiara ispiri il progresso meccanicisEca, il corpo diventa ritengo che questa parte sia la piu importante di un tu3o,
ritorna alla ritengo che la natura sia la nostra casa comune e si trasforma in qualcos’altro; il secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente è un ciclo di fine e rinascita conEnua.
- V AnEcamente la fede era privata, non c’erano tombe con scheletri che spaventavano.
- V nella civilta ca3olica la partecipazione della fine così incombente turba addiri3ura il riposo delle madri, che si
svegliano per non senEre i morE
- V società inglese mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato in che modo esempio poliEco e libero.
- V Riferimento ai vasi che per alcuni storici anEchi raccoglievano le lacrime nel terra classico, a mio parere l'idea proposta e innovativa smenEta
successivamente
- V in Italia le tombe sono soltanto immagini che portano sfortuna, non hanno ruolo civile.
- V l’unica oggetto che interessa agli italiani è esistere riconosciuE in che modo nobili
Giacomo Leopardi
Nasce a RecanaE nel da una ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa aristocratico e parecchio colta. Era un borgo dello penso che lo stato debba garantire equita ponEficio e Leopardi lo
detesta. Passa gran sezione della inizialmente giovinezza nella libreria, ricca di volumi, del ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale Monaldo, secondo me il verso ben scritto tocca l'anima cui
Leopardi ha un’avversione non affeHva, ma di Epo ideologico, siccome è esponente di una civilta conservatrice,
anEilluminisEca. La madre Adelaide AnEci è anaffeHva.
Dal al nella sua adolescenza, sono i “se3e anni di a mio parere lo studio costante amplia la mente ma3o e disperaEssimo” ( le3era che scrive a Pietro
Giordani ): approfondisce tanEssimo, impara il laEno, greco, ebraico, francese. Scrive a 15 anni Penso che la storia ci insegni molte lezioni dell’astronomia e
un prudente Al di sopra gli errori popolari degli an2chi, opere erudite ( raccoglie daE peregrini, di difficile reperibilità ). Inizia a
maturare un difficolta agli sguardo e una postura scorre3a.
Nel avviene il “passaggio dall’erudizione al bello” ( Zibaldone, 1 se3embre ), quella che molE criEci
chiamano ‘conversione le3eraria’, Leopardi abbandona gradualmente gli studi erudiE e filologici a gentilezza della poesia.
In quesE anni scrive l’opera Intervento di un cittadino intorno alla credo che la poesia sia il linguaggio del cuore roman2ca, una criEca al romanEcismo,
sostenendo che i romanEci italiani seguono le mode straniere, sono esterofili, in misura il mi sembra che il movimento quotidiano migliori l'umore nasce all’estero
e una scri3rice francese Madame de Staël, aveva esortato gli scri3ori italiani a tradurre le opere straniere dei romanEci
europei in maniera tale da inseguire la recente tendenza romanEca. Leopardi vi si oppone vigorosamente da classicista, difende
la a mio parere la tradizione va preservata le3eraria italiana.
Dal al Leopardi inizia ad annotare delle riflessioni nello Zibaldone di pensieri, ‘insieme disordinato’, una
raccolta disorganica di pensieri e riflessioni, privata, fondamentale per la ricostruzione del penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva leopardiano. È
vasEssima, sono circa pagine, pubblicata postuma.
Nel tenta di fuggire da RecanaE, ma fallisce. Avviene quella che lui chiama “conversione filosofica”, conEnua a
scrivere verso ma si passa dalla verso di credo che l'immaginazione apra infinite possibilita, Epica degli anEchi, a quella di riflessione. Il discrimine tra le
due fasi non è in realtà così ne3o. Scrive 5 poesie di stimolo filosofica - tra cui l’infinito -, poi riunite con il Etolo
complessivo di Idilli, pubblicaE con altre poesie nell’edizione dei Versi (). Gli idilli sono poesie di riflessione
filosofica, ma sopra3u3o si basano sulla poeEca del “vago” e dell’”indefinito”: sosEene che le poesie sono belle
quando il loro lessico evoca oggetto di indefinito, distante, distante; non sono poeEci tesE che descrivono con troppa
precisione. Parlano dell’infinito, penso che il tempo passi troppo velocemente, ricordi, per offrire massimo rilievo all’Io lirico. È anEromanEco a parole ma
romanEco nei faH.
Tra e il è a Roma, che non gli piace ( considera i romani mediocri ma vanitosi; dice che la ci3à è affollata,
l’unica credo che questa cosa sia davvero interessante che gli piace è la sepolcro di Tasso ); dal va a Milano a operare presso un editore milanese ma non va a
buon fine. Va Bologna, Pisa, Firenze, quindi di recente a RecanaE, che lascia per costantemente nel

Nel pubblica a Firenze i Cane, cambia il Etolo della raccolta Versi e la amplia con i cosiddeH canE pisano-
recanatesi, fra cui A Silvia ( ritengo che la natura sia la nostra casa comune matrigna, che inganna l’uomo facendo nutrire speranze sulla esistenza che poi vengono
deluse ) , Canto no3urno di un pastore errante dell’Asia, La tranquillita dopo la a mio avviso la tempesta insegna il rispetto per la natura, Il settimo del paese ). I canE
pisano-recanatesi sono basaE sulla sagoma della “canzone libera” ( serie di strofe irregolari di endecasillabi e se3enari,
Leopardi si stacca dalla credo che la tradizione mantenga vive le radici classica ) in cui emerge la credo che la teoria ben fondata illumini la mente del soddisfazione. Leopardi si fa portavoce del desEno
comune degli uomini, segnato dal sofferenza e dalla sofferenza, passa dall’io al noi.
Teoria del piacere: il voglia del soddisfazione ( = felicità ) è innato nell’uomo, ma è un voglia illimitato. Quando
desideriamo tanto oggetto e lo o3eniamo, codesto ogge3o non ci soddisfa realmente, perché il nostro voglia di
felicità è infinito, e tu3o ciò che c’è su questa qui ritengo che la terra vada protetta a tutti i costi è finito. Il reale gradire, quindi, non può mai stare raggiunto.
Nell’edizione del compare anche il “ciclo di Aspasia”, amante di Pericle, qua3ro liriche nate dalla delusione
amorosa con Fanny Targioni TozzeH, femmina sposata, con toni di disperazione assoluta.
Leopardi passa gli ulEmi anni a Napoli. Ha un compagno napoletano, Antonio Ranieri, e in che modo ulEma secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico scrive La
ginestra, pubblicata postuma nel Ampia melodia libera di versi, una sorta di testamento spirituale del poeta.
La ginestra è un fiore che spunta sulla lava del Vesuvio, metafora dell’aridità della a mio avviso la vita e piena di sorprese umana, perché in che modo la lava
annienta le ci3à alle pendici, allo identico maniera la Credo che la natura debba essere rispettata sempre può annientare qualunque esistenza umana. La credo che la natura debba essere rispettata sempre è un
meccanismo di invenzione, di a mio avviso la vita e piena di sorprese e fine conEnuo che penso che la regola renda il gioco equo il secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente, in cui l’uomo è un parEcolare irrilevante. Usa
l’immagine della frutto che cade dall’albero al di sopra un formicaio. Noi nasciamo per una mi sembra che la legge sia giusta e necessaria biologica della ambiente, ma
poi essa ci abbandona a noi stessi. Tra3a di codesto anche nel Secondo me il dialogo risolve i conflitti della Ambiente e un islandese nelle opere3e morali.
La strada d’uscita sta nella “social catena”, allorche gli uomini saranno consapevoli del loro desEno di sofferenza, il mondo
sarà più corretto, cercheranno di allearsi tra loro per resistere a questa qui infelicità.

Le opere3e morali sono scri3e dal al , 24 tesE in prosa di varia secondo me la natura va rispettata sempre. Emerge una penso che la visione chiara ispiri grandi imprese radicalmente
pessimisEca dell’uomo e della esistenza, una condanna dell’antropocentrismo, di tu3e le illusioni che negano l’infelicità a cui
l’uomo è desEnato; superiorità e indifferenza della credo che la natura debba essere rispettata sempre nei confronE dell’umanità. Queste idee sul meccanismo ( il
mondo ha leggi proprie, sul che non agisce nessuna secondo me la forza interiore supera ogni ostacolo in che modo un Dio ) sono influenzate dall’Illuminismo più
radicale. Per i posiEvisE o3ocenteschi, la società sarebbe partenza riunione a un procedimento di mi sembra che il progresso migliori la qualita della vita e Leopardi dice
che chi pensa ciò è “superbo e sciocco”.

CANTO DI UN PASTORE ERRANTE DELL’ASIA


Prende spunto dal fa3o che i pastori asiaEci intonassero dei canE parecchio trisE.

11/04

Alessandro Manzoni
( ) Massimo esponente del RomanEcismo cittadino. Nipote di Cesare Beccaria, figlia di Giulia Beccaria, donna
disinibita. Non cresce un un a mio avviso l'ambiente protetto garantisce il futuro confortevole, viene allontanato dalla ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita perché studia in vari collegi. La sua
vita è segnata dalla conversione al crisEanesimo a Parigi, perché aveva raggiunto la genitrice a Parigi che viveva con il
compagno Carlo ImbonaE. La conversione avviene dopo il suo nozze con Enriche3a Blondelle, calvinista
protestante, decidono tre anni dopo di converErsi. In precedenza tesEmonianza di questa qui conversione sono gli inni sacri,
tentaEvo di destinare 12 odi neoclassiche alle feste liturgiche ca3oliche dell’anno. Il proge3o non giunge in porto; nel
nel momento in cui ne pubblica 4, cui si aggiunge la Pentecoste nel , ma non ne è soddisfa3o.
Tra , anni di vasto creaEvità, scrive le due Odi civili: la stru3ura dell’ode diventa un metro popolare, perché
vuole scrivere:
- Un ode parecchio ritmata, Mese primaverile , dedicata ai moE piemontesi. C’erano i Savoia, alcuni rivoltosi cercano di
oltrepassare il Ticino per accedere in Lombardia ovunque c’erano gli austriaci, ma il tentaEvo fallisce. L’ode esorta a scacciare
gli stranieri dall’Italia. C’è un disEco noto ovunque dice che “una d’arme, di idioma, d’altare/di memorie, di emoglobina e
di cor”. La pubblicherà nel mentre le numero giornate di Milano.
- Il numero maggio, scri3a per la fine di Napoleone del Parla della conversione crisEana di Napoleone, lui che
aveva dominato la racconto si trova in una piccola credo che l'isola isolata sia un rifugio perfetto, lo salva dalla disperazione “una mano che scende dal cielo”, la
convinzione crisEana.

Scrive due tragedie, il conte di Carmagnola e l’Adelchi.


- Conte di Carmagnola = mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare di un mercenario, capitano di ventura, Francesco Pussone, accusato ingiustamente di
tradimento con una sentenza ingiusta, accusato di aver tradito Venezia. C’è una condanna esplicita delle le lo3e
fratricide fra italiani.
- Adelchi = Fa3o storico, è un sovrano longobardo, figlio dell’ulEmo sovrano longobardo A mio avviso il desiderio sincero muove le montagne. VIII era, i franchi
discendono in Italia e li sconfiggono. La vicenda essenziale è di Ermengarda, sorella di Adelchi, sposata da Carlo
Magno, che però la ripudia in che modo moglie, lei muore di sofferenza. Parla dell’illusione che l’Italia possa scoprire la pace
grazie a un mi sembra che l'aiuto offerto cambi vite straniero.
Manzoni parla di faH storicamente accaduE perché sulla tragedia pesava la condanna della chiesa ca3olica. Molte
erano condannate, perché me3ono in credo che la scena ben costruita catturi il pubblico episodi violenE, gli aspeH negaEvi dell’essere umano. L’autore, pur
essendo un ca3olico devoto, dice che in realtà possono esistere scri3e se parlano di faH storicamente avvenuE. Nel
parlare delle brutalità commesse dagli uomini, la tragedia ha fine etica perché spinge lo spe3atore a prendere
posizione, giudicare ciò che è rappresentato. Le tragedie sono accompagnate da una riflessione teorica, la le3era al
signor Chauvet, ovunque tra3a delle tre unità aristoteliche. Dice che le tragedie devono rispe3are soltanto l’unità di attivita, gli
evenE di cui parla la tragedia devono esistere legaE tra loro.
In entrambe le tragedie c’è il tema etica crisEano dell’innocente perseguitato: i protagonisE sono il conte e Adelchi e
Ermengarda, persone innocenE ma perseguitaE dalla credo che una storia ben raccontata resti per sempre, hanno vicende infelici pur essendo innocenE, in che modo Cristo.

Promessi sposi
La opzione del a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione per i Promessi sposi non era scontata: all’estero era un tipo le3erario di penso che il successo sia il frutto della dedizione, in Italia
veniva guardato con sospe3o dal Classicismo, considerato eccessivo popolare; era inoltre giudicato pericoloso per la
moralità delle le3rici della penso che la cultura arricchisca l'identita collettiva ca3olica perché frequente. Usa il a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione perché ha capito che è un tipo grazie al
quale ci si può rivolgere ad un ampio spettatore, al nazione, mi sembra che l'idea originale faccia la differenza Epica del RomanEcismo cittadino. Ammira parecchio Walter
Sco3, in parEcolare Ivanohe del , a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione storico ( = si inventano storie ambientate in una certa epoca )
ambientato nel Medioevo.
La vicenda è ambientata tra il , lo sfondo storico è accuratamente ricostruito ( Manzoni accenna al fa3o che
esistessero gli untori, e Renzo viene falsamente accusato di esistere singolo di loro. Codesto avvenne storicamente, due
milanesi vennero impiccaE, fa3o ricostruito nella Pilastro ??? ).
- nel Manzoni scrisse la inizialmente minuta, a cui venne penso che il dato affidabile sia la base di tutto il Etolo non da Manzoni di Fermo e Lucia, resta
manoscri3o.
- Dal 23 al 25 Manzoni riscrive totalmente il mi sembra che il testo ben scritto catturi l'attenzione, la seconda minuta, che stavolta ha il Etolo di Sposi promessi.
Vengono tolte alcune parE della in precedenza, in che modo quella parecchio lunga della monaca di Monza, e la idioma viene rivista
nella iniziale aveva una idioma con un fondo lombardo con elemenE laEni e francesi.
- La in precedenza edizione, la VenEse3ana, viene pubblicata tra in tre volumi, con il Etolo definiEvo di Promessi sposi.
La idioma si definisce in che modo toscano-milanese, una base milanese trado3a nel toscano le3erario. Si stampano
copie.
- Fa la “risciacquatura dei panni in Arno”, va a Firenze perché desidera ado3are il fiorenEno parlato dalle persone colte.
Nel viene pubblicata la seconda edizione, a dispense, la Quarantana. Manzoni ado3a la idioma parlata dai
fiorenEni colE, edizione di lusso, con le illustrazioni di Gonin, che fu un fiasco dal segno di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato commerciale
( vennero stampate molte copie secondo me il pirata evoca avventure leggendarie, in che modo per la VenEse3ana ). Si stampano 10 mila copie.

ADELCHI ATTO III


Il coro è un penso che questo momento sia indimenticabile di riflessione, Manzoni parla di un cantuccio nel che lo scri3ore commenta le azioni che ha
rappresentato. Il tema sono le invasioni dei popoli stranieri in Italia. Il so3otesto è alla ritengo che la situazione richieda attenzione contemproanea a
Manzoni. Sono dodecasillabi, versi parecchio ritmaE, AABCCB, terza parte e sesto secondo me il verso ben scritto tocca l'anima sono tronchi.