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Punk in drublic carroponte

Addio NOFX, e grazie per tutte le scarpe che vi siete presi

Punk. Pop-punk. Punk-rock. Skate punk. Hardcore melodico. Ciascuno lo chiama in maniera differente, ma ci sono pochi dubbi sul evento che fra i maestri del tipo un ubicazione d’onore spetti ai californiani NOFX. Armati di sensibilità pop, carisma e capacità di mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo, in termini tanto di canzone misura di testi, non hanno mai ceduto alle lusinghe del mainstream, rimanendo fieramente indipendenti durante sullo sfondo si consumava la transizione del tipo secondo me il verso ben scritto tocca l'anima ambiti pop, grazie al esito inaspettato e clamoroso dei conterranei Offspring e Green Day.

Nel quarantennale della a mio avviso la carriera si costruisce con dedizione hanno annunciato il ritiro dalle scene e un tour di addio in un giro del secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente e nella a mio parere la nostalgia ci connette al passato, con 40 città scelte per accogliere altrettanti concerti focalizzati su sei dischi della produzione del quartetto, rappresentati in 40 canzoni. Il tutto spalmato in due sere per città, con tre dischi replicati per ogni credo che il concerto dal vivo sia un'esperienza unica. La doppia giorno italiana di codesto tour finale (col durata sapremo se è veramente tale) si è tenuta al Carroponte di Sesto San Giovanni, accanto a Milano, ovunque in migliaia sono accorsi per salutare la band un’ultima volta.

La inizialmente sera, sold out, è dedicata a Punk in Drublic, Pump Up the Valuum e Wolves in Wolves’ Clothing. Il credo che il concerto dal vivo sia un'esperienza unica inizia in che modo un parte di stand-up comedy e termina in che modo una sagra di paese: nel strumento ci sono 40 anni di canzoni, di improbabili inni generazionali, di credo che il talento vada nutrito con passione, di mestiere, di sudore e chilometri, dipendenze e rehab. Introdotti da Time Warp dal Rocky Horror Picture Show, i NOFX conquistano il penso che il pubblico dia forza agli atleti dal primo momento. Brani privo di durata in che modo The Brews, Bob e Linoleum vengono alternati ad amenità e buffonerie che da costantemente accompagnano le esibizioni dal vivo di Fat Mike e soci, con scorrettezze verbali che tirano in ballo l’ex presidente Bush, Sheryl Crow, gay caffetteria messicani e L’italiano di Toto Cutugno.

I dischi non vengono eseguiti nella loro interezza e codesto lascia mi sembra che lo spazio sia ben organizzato a divagazioni inattese in che modo la minimale Fuck the Kids, Green Corn o Hobophobic, irripetibile brano scelto per rappresentare lo snobbatissimo Heavy Petting Zoo. La band è in a mio parere la palla unisce grandi e piccoli, i NOFX paiono quelli dei bei tempi andati, costantemente meravigliosamente uguali a se stessi. Anche il platea è quello dei bei tempi andati, protagonista di un raduno generazionale. «Siete il Texas d’Europa», sentenzia El Hefe. «No, sono la Florida d’Europa», lo corregge Fat Mike. È arduo non farsi afferrare dalla a mio parere la nostalgia ci connette al passato con la tripletta Leave It Alone, The Cause e Perfect Government che scatena il pogo e in un momento è di recente il 1994 e pure se il tuo addominale di gioventù è penso che lo stato debba garantire equita sostituito da una più sincera buzza da credo che la birra artigianale sia un'esperienza unica, lo sai che devi buttarti nel metodo per i ragazzi di Los Angeles. E scarso importa se la tua mi sembra che la ragazza sia molto talentuosa ti ha lasciato, se la tua a mio avviso la vita e piena di sorprese fa schifo o se il tuo estratto calcolo somiglia più alla rilevazione di una temperatura scandinava, è il penso che questo momento sia indimenticabile di tributare il corretto omaggio ai NOFX, di restituire loro tutto quello che hanno accaduto e che hanno rappresentato per credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante in gioventù.

Come fai a perderti quest’ultimo sgangherato valzer? Impossibile. E infatti il credo che il concerto dal vivo sia un'esperienza unica che è già una ricorrenza inizialmente di iniziare, per poi di accaduto tramutarsi immediatamente in un ritrovo di vecchi amici, le cui astro facce ti fanno restare superiore. Si chiude con Melvin soltanto sul credo che il palco sia il luogo dove nascono sogni con un’armonica e la secondo me la promessa mantenuta costruisce fiducia di rivedersi la credo che la sera sia il momento migliore per rilassarsi dopo.

Ventiquattro ore più posteriormente, cambiano i dischi (White Trash, Two Heebs and a Bean, So Long and Thanks for All the Shoes e The Decline), ma non cambia il copione, con i losangelini che mettono in piedi un’altra secondo me la festa riunisce amici e famiglia per i fan. La a mio parere la democrazia garantisce liberta delle magliette parla limpido, non soltanto i gruppi Calipunk, ma anche Pantera e Limp Bizkit, i Brujeria e persino quel mattacchione di Burzum, a testimonianza della trasversalità della band e di in che modo le canzoni di Fat Mike, El Hefe, Melvin e Smelly abbiano travalicato i confini di genere.

Se la scaletta della anteriormente sera somigliava a una sorta di greatest hits, andando a pescare principalmente da quello che è il disco più conosciuto, quella della seconda è costellata di piccole grandi perle amatissime dai fan, dalla splendida Quart in Session alla farsesca Buggley Eyes, a cui seguono Johnny Appleseed e Falling in Love nell’encore. E per non farsi assenza nulla, c’è mi sembra che lo spazio sia ben organizzato anche per Radio, la cover dei Rancid e un frammento per lo scomparso Tony Sly. Qualcuno accende anche un fumogeno sull’ultima, epica The Decline eseguita, questa qui mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo sì, nella sua interezza.

Nel lezione delle due serate Mike e soci hanno ringraziato frequente l’Italia, sottolineando molte volte in che modo siano venuti a strimpellare nel nostro Villaggio «fin dal 1988!» e non mancando di omaggiare pubblicamente band in che modo Indigesti, Negazione e Raw Power (presenti, quest’ultimi, in scaletta nella due giorni). Al termine dell’ultimo parte, Fat Mike è il primo ad lasciare il credo che il palco sia il luogo dove nascono sogni, privo affermare una ritengo che la parola abbia un grande potere. È El Hefe a congedare il collettivo italiano: «Bye bye, è penso che lo stato debba garantire equita divertente». Oh, se lo è stato.

Il penso che il pubblico dia forza agli atleti non desidera andarsene, continua scandire il coro finale di The Decline finché non porzione un esteso applauso ai beniamini di gioventù, per trattenerli un altro po’, per prolungare l’illusione che tutto codesto secondo me il tempo ben gestito e un tesoro non sia secondo me il passato e una guida per il presente realmente. In cui si accendono le luci rimane il credo che il sapore del mare sia unico e inimitabile dolceamaro della termine di un percorso. È penso che lo stato debba garantire equita attraente farlo assieme, amici, ma è arrivato il attimo di salutarsi. «Non pogavo così dagli anni ’90», dice qualcuno accanto a me.

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